giovedì 21 agosto 2014

Il tramonto


Poiché non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. 

Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che senza neanche riuscireste a concepire la vostra vita - forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. 
Quante altre volte guarderete levarsi la luna - forse venti - eppure tutto sembra senza limite.

Da "Il tè nel deserto" di Bernardo Bertolucci



In questi ultimi anni diversi fatti mi hanno condotto spesso a pensare ciò, la fine ti costringe a pensare a quello che non hai detto o fatto, la fine ti corrode dentro e anche le persone forti, come ero io una volta, piano piano si svuotano dentro, il dolore le mangia fino a che non si vive più. La tristezza ha cominciato a mangiarmi e nessuno mi ha creduto, questo rischiano le persone forti. 
Penso che molte cose vorrei ancora dire e fare, perché niente è infinito, ma non tutti se ne accorgono, non vogliono, ti schiacciano, mentono o finalmente dicono la verità accrescendo il tuo dolore.

Ho paura che potrebbe diventare troppo tardi ... 

Simona madf

domenica 17 agosto 2014

Non ho più parole


Ci sono momenti in cui si deve vivere la vita attraverso la vita degli altri.
Altri che soffrono, altri che ti hanno aspettato a lungo,
altri che dopo anni di silenzio finalmente parlano.
Altri che hanno bisogno di un compagno nell’attesa delle loro attese.
E altri per i quali il tempo che passa nell’aspettare è già un dono.
Non sai bene se la vita è viaggio, se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno dopo giorno e non te ne accorgi se non guardando all’indietro.
Non sai se ha senso.
In certi momenti il senso non conta. Contano i legami.
Jorge Luis Borges 






Di risposte ne devo a molti, una valanga di risposte, spiegazioni, parole. Di parole ne dovrei avere, ma non so dove le ho nascoste o chi me le ha rubate, non ne ho, non ho più parole e mi trascino sulla strada dentro vecchie scarpe consumate … fissandole, incapace di vedere il cammino davanti a me. Non vedo altre scarpe, non vedo altre vie, non ne sono più capace.

Non so dove sto andando.

… perché la vita non è una citazione né un eterno e bugiardo sorriso

Odioso omino che ti nascondi dietro quelle citazioni, vieni fuori e affronta la realtà! E tutti lì a dire quanto ha ragione, e tutti lì a sospirare ci avessi pensato io, aria che si articola in tanti è vero, lo penso da una vita; no! orrido nano, solamente minuscolo puoi essere per nasconderti lì, dietro a quelle minuscole verità; rinfodera le tue parole sicure e taglienti come spade affilate, verbi felici di esistere, gongolanti nella loro infallibilità. Parole che mi stordiscono e mi fanno vergognare. La vita è tanti colori, non può essere il bianco e il nero.

La vita non è un sorriso continuo. Non è un sorriso affidato alla sorte di chi guarda, sono seria non fingo, ho speso sorrisi di conforto, di gioia, ho diviso in due momenti preziosi, ma mai ho nascosto il dolore dietro un sorriso. Ora non sorrido più. 

Ho perso persone intelligenti con cui sorridere da scema.

… perché vorrei scrivere un testo dolce, positivo, un testo che parli di mielosi sentimenti senza rabbia o rancore, parole che siano tenere carezze

Rileggevo alcuni miei testi, alcuni sono cattivi, tutti sono sinceri, molti dicono di dolore con dolore. Ho ascoltato un sussurro dalla me di un tempo, consigli rossi di vergogna ... cancella tutto! Qualcuno ha notato le mie assenze, stupita scrivo per me ma mi accorgo che qualcuno legge i miei deliri. Le parole che scrivo son tutte vissute, parlano di sofferenza e tristezza, rabbia e rancore; ogni parola è questo ma diventa anche catarsi, ogni volta riesco a buttare fuori tutto e ad allontanarmi da me. Qualche volta è difficile, tanti pensieri aspettano di essere scritti e non ci riesco, non riesco a metterli in fila e non riesco a superare le troppe grida che mi si affollano nella mente, un coro stonato che mi abbatte. Ogni mio racconto ha un percorso nell'anima e io aspetto paziente che le parole trovino la strada. Tutte le mie parole nascono dal dolore, dalla riflessione, tutte le mie parole sono state derise e hanno fatto male … fraintese non hanno avuto appello, giustiziate. Ho deciso di continuare a scrivere, ma non so scrivere un testo che parli di gioia. Ora. Ora scrivo, fino al prossimo capitolo.

Potete voltare pagina, voi, io rigiro tra le mani il mio libro contro un vento che mi ripropone un eterno frontespizio.

… perché non so più distinguere il bene dal male

Non ho mai saputo difendermi. Ho incassato offese e solo durante la digestione ho realizzato quanto facessero male. Ho risposto e sono diventata cattiva. Tanto cattiva da non riconoscermi, in una casa senza specchi che mi parlassero veramente. Rotti, strappati, coperti, rubati. Io non sono così. Mi ripetevo che nessuno mi avrebbe costretto a diventare un’altra, ma ci sono caduta e mi tengo offese e bugie, quelle ricevute quelle sputate fuori … resto dell’idea che nessuno merita tanto e tutto può essere chiarito.

Quando voglio bene a una persona credo a ciò che mi dice, quindi ora credo di essere cattiva.

… perché io non dimentico mai

Dimenticare per me è la cosa più difficile da fare … mi sono allenata tanto a ricordare dopo che il mio cervello si era un attimo assentato che ora non dimentico, il mio cuore non dimentica. Ricordo ogni singolo momento, ogni impronta di male o di bene resta impressa in me. Non dimentico. Ricordo.

Non dirmi mi hai dimenticato , quella non sono io. Io sono l’altra, quella dimenticata, scontata, una dei tanti, quella che non lascia nulla dietro sé. Io ricordo. Non scambiare la mia assenza per oblio. Ho disimparato ad essere amica. Mi hanno detto che non ne sono capace e forse avevano ragione. Non so più ascoltare, consolare, confortare, dividere. Io non faccio la differenza, ora non avete bisogno di me. Niente più risposte, niente più domande, niente più battute. Il nulla non significa dimentico … significa che l’incapacità ha preso il sopravvento e niente più muove verso l’altro, solo il vuoto. Apatia. Nessuna emozione o commozione, tutto scorre senza entrare e non posso niente.

Scusate. Scusate perché non vi vedo.

… perché mi sembra di non aver detto tutto

Gli ultimi attimi e via, lo scherzo della vita ti costringe a ripensare a ciò che non hai detto. Senti il peso del troppo detto e quello del non rivelato e stai lì, fesso tra i fessi, con una bilancia in mano a chiederti cosa pesi di più. Tanto avresti potuto evitare, ma poi pensi che molto non ti è stato evitato e la misura è stata superata. Non te ne importa niente, ma l’altra te scende sulla piazza e protesta a difesa di una latitante autostima che nessuno mai ti ha presentato. Parole dette, parole non dette, emozioni dentro pozzi profondi che ti gridano che sei una stupida in fresche sere d’estate. Le parole dette ti rivelano che il tempo perso è quello da vivere, ma tu non ci credi perché le promesse di un progetto ti avevano detto altro. 


Resto qui, sono sempre qui e non mi muovo, difendo la mia coerenza e quel poco che resta dei miei sentimenti.

... perché non è facile continuare ad aspettare il giorno dopo con la consapevolezza che le persone alle quali tenevi di più vivono felici soprattutto perché senza di te, finalmente si sono liberate di te... non è facile ... ecco perché non credo più nell'amicizia ... ecco perché 

spero di aver risposto alle vostre domande

scusate l'intrusione




Come dire all’improvviso:
prendimi nelle tue mani,
Non lasciarmi cadere. Ho bisogno di te:
accetta questo miracolo,
dobbiamo imparare a non meravigliarci
di esserci incontrati,
del fatto che la vita possa stare tutta
in un silenzio o in uno sguardo.
Dobbiamo imparare a essere felici,
a non stupirci
di avere qualcosa di nostro.
Dobbiamo imparare a non temerci
a non sgomentarci
a essere sicuri
a non arrecarci danno.

Julia Prilutzky










martedì 5 agosto 2014

Tutto questo


Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
 però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro.
però quando serve starò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano
perché ti sostenga e non cadi.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei.
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le decisioni che prendi nella vita, mi limito ad
appoggiarti, stimolarti ed aiutarti se me lo chiedi .
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore,
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparso tu....
Non sei né sopra, né sotto me in mezzo né in testa e né alla fine della lista.
Non sei né il numero 1 né il numero finale e né tanto meno ho
la pretesa di essere il numero 1 la 2 o la 3 della tua lista.
Basta che mi vuoi come amico
non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere.
Amicizia - Jorges Luis Borges






  
Basta che mi vuoi come amico, non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere.”


Dovremmo smetterla di leggere poesie, non dovremmo neanche più scriverne. L’arte poetica nuoce gravemente alla salute dell’anima, nuoce gravemente alla realtà. L’arte della persuasione, lo spirito del va bene così, l’ebbrezza di un ebete sorriso al tramonto, il cuscino sul quale posare un cuore stanco. E poi noi, comuni prosatori da due soldi, restiamo ammaliati dal balsamo di parole senza tempo, eccoti la verità assoluta, aspetta che scorra il fiume, ormai fa parte della corrente, attendi, arriverà.
Dovremmo smetterla di affidarci a poetici versi ipocriti usciti dalla penna di un triste e inconsapevole scrivano, sì, sono per il perdono dei poeti. Li perdoniamo perché non sanno quello che fanno, … questa non mi è proprio nuova, ma ci sta tutta.

… non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere

Nessuno di noi è gran cosa, in fondo chi si crede gran cosa non lo è mai, chi potrebbe invece azzardare di esserlo … non grande, ma una cosa di medie dimensioni, non è capace di essere granché e non ci crede. È difficile credere di essere prezioso, neanche se qualcuno si azzardasse a dirtelo  … inutile, nessuno me lo ha detto e in fondo non credo di essere gran cosa anche se è tutto quello che posso essere. Sei gran cosa e perderti deve essere un gran peccato … l’ho pensato.

E poi ci sono i pensieri che non vanno via. Sono uscita fuori e rischiando di restare senza fiato ho ascoltato, ma ho visto anche. Il mio acquario è sporco e non riesco più a distinguere le gran cose dal resto; fuori, boccheggiando, ho ascoltato parole che non mi piacevano, forse verità. Sono stati molto cattivi e forse sarebbe spettato a me esserlo, e forse sono stati cattivi per farmi vedere che la mia aria era irrespirabile, che soffrivo o facevo pena. La tua vita vista dagli altri.
Perché niente potrà cancellare tutto questo, uno schiaffo che si è fatto buio, che si è trasformato in dolore, per cadere nel male, il male che consuma dentro e che non puoi chiudere in un cassetto.
“Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano
perché ti sostenga e non cadi.”

Né il tempo lo consumerà fino a farlo scomparire nell’oblio; né il ricordo ne muterà il profilo trasformandolo in una copia sbiadita di sé; né la volontà avrà la forza necessaria a scalfirlo, volontà che non vuole e rifugge un impegno tanto grande.

Come si scrive un sospiro?

Vorrei riuscire ancora ad ascoltare come si fa col mare in una conchiglia chi passeggia cieco nel mio cuore. Non ne sono più capace. Tutto questo è più forte.

Non ho parole per descriverlo … so che mi schiaccia, ti chiude la gola e ti ordina di essere niente, ti scava un rifugio lontano dove nasconderti da occhi indiscreti, ti annulla, ti fa sentire incapace di fare o dire, strappa gesti e parole e li scaraventa lontano, lì dove non puoi prenderli, mai più.

 … solamente posso offrirti la mia mano

Tutto questo è talmente forte che come le parole dei poeti ti convince, prosatore da due soldi sarà così, e ti sembra talmente tutto vero che il veleno nasce poi da te … chiedi quella mano, perché non ti basta, perché è la cosa più naturale, perché vuoi bene, perché la testa ti scoppia e diventi tu, proprio tu il tuo poeta, dalle tue mani escono quelle parole che poi non andranno più via, suoni che ti puniranno in eterno e no … se sei tu il poeta, se sei quello scrivano inconsapevole mosso dal dolore, no, noi non ti perdoneremo. L’unico regalo che ti facciamo è un nome, tutto questo diverrà UMILIAZIONE.

UMILIAZIONE
UMILIAZIONE
UMILIAZIONE


Basta che mi vuoi come amico, non sono gran cosa, però sono tutto quello che posso essere.”
Adoro questi ultimi versi.







                Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli "mi spiace", "perdonami", "per favore", "grazie" e tutte le parole d'amore che conosci.
G. G. Marquez