lunedì 20 ottobre 2014

L'amicizia non finisce mai

perché l'amicizia non finisce mai
perché chi ti è stato amico o lo è ancora spesso non comprende quanto sia importante per te
perché ... ci sono nuove città







Ho amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non percepiscono tutto l'amore che sento per loro né quanto siano necessari per me.
L'amicizia è un sentimento più nobile dell'amore. Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l'amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se morissero tutti i miei amici!


Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza...


Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono. Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita. Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami. Loro non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa "crônica" non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici. Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco.


E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita.


Se uno di loro morisse io diventerei storto.
Se tutti morissero io crollerei.
E' per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere. Essa è forse il frutto del mio egoismo.


A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro. Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere...


Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici.
Un amico non si fa, si riconosce.


Vinicius De Moraes

lunedì 13 ottobre 2014

... a memoria

Dovrei chiedere scusa a me stessa per aver creduto di non essere abbastanza
Alda Merini



Perché ormai non mi specchio più. Meglio. Mi odio a memoria.

È difficile, costa fatica odiarsi, ma spesso è l’unica via e non vedi altro.
I ricordi si mescolano, i belli suscitano dubbi, i brutti diventano incubi.
I ricordi si allontanano dalla realtà e sei impotente al loro viaggio.

Perché ormai non mi specchio più. Meglio. Mi odio a memoria.

Mi annulla non poter chiedere perdono o non poter perdonare.
Le notti sono infinite, popolate da incubi neri che ti svegliano improvvisamente.
La stessa melodia abbandonata nel lettore ti annuncia il mattino,
è lì da ieri, dal mese scorso, dall’anno scorso, da prima…
ripete la stessa canzone.

Perché ormai non mi specchio più. Meglio. Mi odio a memoria.

Non meritare.
Non meriti.
Non merito.
Non sono all’altezza.
Sono una cosa.
Sono muta, sorda, non cammino … penso.
Penso solo, sola, solamente, solo nella mente. Mente. Mento. Ho mentito.
Ho mentito per difesa, ma nessuno lo saprà mai.
Sono incapace di tutto.
Sono un’approfittatrice.

Perché ormai non mi specchio più. Meglio. Mi odio a memoria.

Non ho nome.
Il mio nome è “ao”.
Ribattezzata da un incomodo terzo … ma chi sei?
Mi posso umiliare e prendere a calci.
Nessun grido sarà suono, nessuna richiesta sarà parola.
Nessun valore.
Niente.
Il nulla.

Perché ormai non mi specchio più. Meglio. Mi odio a memoria.

Indegna di conforto, ha vinto la rabbia.
La rabbia ha sposato le bugie ed è nato l’orgoglio,
meglio sarebbe stato un ventre arido,
arido come l’animo
incapace ormai di sentire oltre.

Perché ormai non mi specchio più. Meglio. Mi odio a memoria.

Lontano.
Andate lontano.
Fuggite dal contagio del vuoto.
Niente.
Mi hanno detto che sono niente.
Mi hanno detto che sono immondizia.
Mi hanno fuggito.
Non merito perché.
Non merito mi dispiace.
Non merito un ci sarò.
Merito solo illusioni.
“Tu sei il nulla”.

Avete ragione.
Mentre dalla stanza accanto gridavano aiuto.

Perché ormai non mi specchio più. Meglio. Mi odio a memoria.

Infinite.
Infinite potrebbero essere le parole.
Il concetto è chiaro:
niente abita più qui
perché vi abita il niente.

Perché
ormai
non
mi
specchio
più.
Meglio.
Mi
odio
.. a memoria.

Oggi tutto mi pare valicato
oggi il mio cuore
non è altro
che un battito di nostalgia.
G. Ungaretti


domenica 5 ottobre 2014

I cinque pensieri positivi





Non amo le catene sui social, i giochini di parole che ti costringono a scrivere cose senza senso, ma  la scorsa settimana un’amica mi ha proposto di scrivere per cinque giorni tre pensieri positivi.

Doppio problema: avere tre pensieri positivi al giorno e proporre ad altri di scriverne … una catena di pensieri positivi.

Da tempo non ho pensieri positivi, da tempo forse non li riconosco, non riesco a distinguerli dagli schiaffi presi.

Perché deve essere così difficile sorridere?

Ho scritto fino al terzo giorno, poi non ho avuto più niente da donare. 

Alcune delle persone alle quali avevo proposto il “gioco” hanno fatto una cosa inaspettata, forse dettata dal fatto di non voler continuare la catena, ma tant’è, hanno dedicato a me i loro pensieri, un regalo gradito, un dono non meritato.

Hanno scritto delle frasi bellissime, magari ci hanno preso gusto, io le ringrazio di cuore e, seguendo il loro esempio, concludo il mio impegno.


Giorno 1

1 - Suonare la Danza degli spiriti beati di Gluck

l’ho suonata tantissime volte e ogni volta con grande emozione, l’ultima esecuzione è quella che ricordo con particolare affetto, era ad un concerto e tra il pubblico c’era una persona a me molto cara alla quale piacque particolarmente;



2 - Avere e completare un'idea in due

capita raramente di trovare una persona con la quale si è in sintonia, mi è capitato due volte nella vita e la sensazione di “pensare insieme” ti travolge tanto che non riconosci più il tuo pensiero, completamente fuso con quello dell’altro, ti toglie il fiato;



3 - Il momento in cui ti accorgi di aver imparato dai tuoi studenti

mi piace molto imparare dai miei studenti, talvolta le soluzioni solo lì a portata di mano, ma non ci arrivi, manca un pensiero pulito o ripulito da sovrastrutture che ti fanno perdere in un mare infinito di idee, capita anche che le mie lezioni prendano altre strade e quando accade ringrazio quei poveracci dei mie studenti;



Giorno 2

1 - Ridere senza motivo

mi piace ridere, anche se molti sostengono che io sia una tipa seria o peggio che li rattristi, o peggio ancora che li derida … questo mi rende triste, ma ridere senza motivo senza riuscire a fermarsi è la quinta essenza della pulita demenza, ti svuota e ti fa volare l’anima, mi è capitato poche volte, con mia sorella e con una persona che considero tale … affinità, basta guardarsi negli occhi e ridere  come sceme;



2 - Sentire l'odore di un campo appena arato
vita, questa è vita, un immenso campo pronto ad ospitarne, il profumo della terra fresca che viene in superficie e guarda il sole prima di accogliere i semi;



3 - Tuo padre che ti dice "brava"

mio padre era di poche parole, molte domandavano, molte altre dicevano di fare di più, poche parlavano di complimenti … questi vivevano negli occhi e nei pensieri, quindi un “brava” sonoro e deciso era bellissimo;



Giorno 3

1 - suonare della musica che hai ordinato in America due mesi fa

mi piace assaporare la fine di un progetto soprattutto perché coincide con l’inizio di un altro, non potrete mai immaginare l’emozione che prova un musicista di fronte a dei pentagrammi freschi freschi da suonare, ti manca il fiato e hai la sensazione che finché non riuscirai a mettere le mani sullo strumento per suonare quelle nuove parti ti sentirai incompleto … così ho fatto quel giorno: ho suonato;



2 - guardare gli occhi di una persona che non si aspettava di vederti riempirsi di lacrime

se avete dato uno sguardo ai miei testi non si può proprio dire che io sia una persona piena di autostima … anzi, una volta mi è capitato quello che ho scritto: un incontro casuale, un incontro gradito, ho sentito il cuore riempirmisi di gioia e … ho visto la mia amica commuoversi per avermi incontrato, lei per me preziosa anch’io mi sono sentita tale;



3 - abbracciare mia madre

io e gli abbracci facciamo a cazzotti, come frase è particolarmente antitetica, ma rende l’idea, ma la mia mamma nel giorno 3 aveva bisogno di un abbraccio  o forse ne avevo bisogno io, anche se poi mi ha chiesto Che favore ti serve? … ovviamente sorrideva;

Ora dovrei scrivere i due giorni che non ho scritto, ben sei pensieri positivi … troppi, ma ci provo

Giorno 4
1- il messaggio di un’amica

ho scritto un messaggio ad un’amica, non la sentivo da molto ma per un giorno particolare ho voluto augurarle tanta felicità, la sua risposta è stata molto gradita, le sue parole mi hanno scaldato il cuore;

2- un’alunna che mi chiama “la prof innamorata della storia”

l’alunna non ama particolarmente la storia, ovviamente lo ha dichiarato lei il primo giorno di scuola e io ho fatto la scommessa di fargliela piacere, ma mi fa ridere questa idea che ha di me, chissà come finirà? non importa, si ricorderà di me nel bene e nel male e magari diventerà una scienziata;

3- preparare e svolgere una lezione in classe in due

l’ho fatto solo una volta e vorrei riprovare, trovare un’intesa tra docenti non è mai semplice, ricordo con molto affetto quella lezione divisa in due, ricordo che i ragazzi furono talmente attenti da commuovermi

Giorno 5
1- il canto dei grilli

è il momento delle giornate estive che più mi piace, un canto che si leva dal silenzio di una fresca sera d’estate, quando il mondo sembra riposare, stanco del caldo che finalmente concede quiete, il momento giusto per le confidenze, troppo smielato? è l’unico pensiero smielato che mi sono concessa e ve lo tenete ;-)

2- ascoltare l’adagietto della quinta sinfonia di Mahler

molte persone fanno considerazioni non proprio carine su chi è innamorato di questo pezzo, ma a noi non importa e lo ascoltiamo a oltranza, è meraviglioso, una melodia che non ha mai fine, che si rigenera ogni volta con una tale delicatezza e insieme potenza da prosciugare l’aria intorno a te, trattieni il respiro per paura di spezzare l’incanto, di rompere quelle frasi che sembrano così delicate, sottili e che in realtà si lanciano in un vuoto sicuro;

3- siamo alla fine dei cinque giorni … alla fine dei miei pensieri positivi, con la promessa che ne cercherò degli altri
per voi e solo per chi passerà di qua l’ultimo pensiero positivo del quinto giorno:

chiacchierare con la mia migliore amica, cosa che non faccio più da due anni.

Vi saluto, se siete arrivati fin qui sarete ormai stanchi di leggermi, quindi me ne ritorno nel mio discreto angolino aspettando il prossimo pensiero.

Simo
Madf




giovedì 2 ottobre 2014

Se qualcuno mi avesse veduto nel cuore

Se qualcuno mi avesse veduto nel cuore,
vi avrebbe trovato
una struggente tenerezza di quella vita
e i silenzi, gli sguardi,
le risate, gli incontri
– un entusiasmo di speranza –
e al centro un vuoto,
uno sgomento, un’angoscia.
Cesare Pavese





Ieri qualcuno mi ha fatto arrabbiare, qualcuno mi ha presa in giro, ha affondato il colpo sui miei sentimenti, ancora una volta offesi.

Parliamo spesso di empatia, ma in fin dei conti agli altri non interessa nulla di noi, di te, di me … il giudizio pesa più di un semplice sorriso, un abbraccio, una parola di comprensione.

Per molti è così, per i pochi no.

Sappiamo veramente cosa c’è nel cuore dell’altro? Cosa vaga nella sua mente?
Ci impegniamo a saperlo o magari solo a sorridere a chi è triste?

La vita è una valanga...basta un sassolino e poi tutto ti cade addosso. Figuriamoci se il primo a cadere è un masso! La mia valanga ancora non si ferma e a volte penso di aver scelto la montagna sbagliata.

Non la puoi fermare, ti travolge, ti prende in pieno. Di armi potenti non ne hai più, perdute insieme a persone care.

Impotenza.

Terribile. Mancano le parole, i pensieri si congelano incapaci di suggerire risposte, giustificazioni, la mente si riempie di inetti spiriti che vedono la vita trascorrere senza reagire, senza vivere.

Non hai armi. Il crollo è fatale e le mura di un tempo sono lì, accatastate senza il respiro dell’anima.

Dignità. Ti guardi allo specchio cercandone negli occhi, tra il sorriso di un tempo e un raffreddore fuori stagione, niente. Le mura l’hanno travolta.

Poter dire di aver detto bugie.
Poter confidare di aver ceduto alla rabbia.
Poter bagnarsi le labbra con lacrime di scuse.
Poter pronunciare un perdono.
Poter ripetere senza vergogna un bisogno nel dolore, nella tristezza, nell’assenza.
Poter aver la sicurezza di aver lasciato anche parole giuste.
Poter raccontare di nuovo e ancora una volta per lasciare un segno.

La mia valanga ha schiacciato i sentimenti, le certezze, la voglia di raccontare, ha portato via gli amici per non continuare a cadere ogni volta, ad ogni parola,

Quanto sappiamo del dolore altrui? Quanto andiamo oltre quel semplice sorriso?
Nessun’arma.

Niente mi difende da tutto questo, una frana travolge i giorni e dichiara “non sei abilitata a vivere la tristezza se non in solitudine”.
Poterlo dire.


Se qualcuno mi avesse veduto nel cuore,




"Un sottile filo lega le persone simili, impercettibile e impalpabile, è un leggero movimento, un lieve battito d'ali, un riconoscersi dentro un pagliaio, aghi pungenti in un mare di morbidezza."

 Chiara Grossi, Cartoline per Agnese