mercoledì 31 dicembre 2014

Sotto la neve

Mentre cadeva l'oro da una stella
Si staccava un pezzo di cielo
Lontano risuonava un vibrato di troppo





Neve. Freddo. Strati di vestiti. Un sorriso congelato che sbuca da una sciarpa che ti toglie il fiato. Scendono i primi fiocchi e l’aria si pulisce, vento blu a spazzare quello che è, a portare ciò che potrebbe essere. Nevica sull’ennesimo anno terribile, una coperta per dimenticare, per far finta almeno, perché il mondo sotto la neve potrebbe essere un altro, perché i giorni sotto la neve potrebbero essere diversi, le parole sarebbero di amicizia, le urla sommesse, il pianto di gioia, le lacrime invisibili gocce di un mare calmo, il dolore … un passeggero su un treno per il dove oltre quelle montagne, oltre l’altrove, oltre il qui e adesso.
Non so nulla dei massimi sistemi  neanche al massimo son capace a sistemare, mi aiuto con la fantasia.
Non pretendere da me ciò che non so più darti, ho disimparato l’altruismo, giace timido senza istruzioni non so più dove.
Sotto la neve, sì, sotto la neve potrei anche serbare un pensiero, pensieri per te, per te che passi di qua, per te che ancora ricordi il mio nome, per te che per puro caso conservi le linee del mio profilo.
Sotto la neve tutto si cela, tutto si dimentica e io voglio donare un pensiero
a chi è come me
a chi è il mio opposto e ora è al sole
a chi è lì e si nasconde
 a chi è sicuro di sé
a chi si sta cercando
a chi riceve lo sputo in fronte
agli ipocriti
a quelli che ci credono veramente e non fanno finta indossando maschere
a chi si sveglia ogni giorno per un incubo
a chi sa ascoltare il silenzio
agli empatici, ai simpatici e agli amici veri ... soprattutto a questi perché non è grave non fare rima col mondo
a coloro che elaborano e un saluto particolare a quelli che rielaborano
alle cose
a chi vorrei dirlo...
a chi ha memoria
agli artisti
a chi sa raccontare perché ha trovato un modo per lasciare un'impronta di sé
agli egoisti
a chi non comprende il dolore e offende gratuitamente
agli assenti
a chi ha mangiato l'ultimo pezzo di crostata nel forno
a chi pretende fiducia ma non ne dà
a chi offende gratuitamente e a chi si sente padrone del mondo
a chi prezioso non crede alla sincerità
agli assenti presenti
a chi non dimentica mai la tenerezza, la potenza di un sorriso o l'importanza d'una amicizia
a chi ha paura ed è solo
a chi è schiacciato dalle bugie e non può farci nulla
a chi vive trascinato dall'inerzia
a chi è triste perché alle persone tristi nessuno mai penserà
a chi è più forte di me
al terrore
all'orgoglio
al nulla
a Bianconiglio sempre in ritardo
a chi è assente indifferente e lotta con il coraggio
a chi ha paura del giorno
all'orgoglio, all'equivoco e alla pioggia
ai sorrisi scambiati per derisi
a chi vuole bene ma non riesce a dirlo, a chi vuole bene ma non lo comprende, a chi vuole bene ma si riempie la bocca di rabbia, a chi crede di voler bene e non sa quanto fa male una bugia …
a chi vuole bene ma dimentica facilmente
a chi arriva sempre in ritardo o ci pensa dopo ... o ci ripensa
a chi ha stretto la mano ai miei pensieri raddoppiando la felicità e tagliando in due il dolore
a chi non ha parole
e vaga nell'indifferenza in cerca dell'inverno
a chi ha freddo sotto questa neve e trova un accappatoio azzurro ad accoglierlo
Questa neve … ma la neve non c’è e tutto resta al suo posto: una fredda sera d’inverno, silenziosa come le altre, una voce che non c’è, l’indifferenza che gela il cuore e l’odio che mi schiaccia. Il masochismo che allontana chi ti vuole bene e ti fa cercare chi ti odia.

Senza neve si conclude un giorno come tutti gli altri, nell’illusione che un giorno ci saranno parole.


Solitudine -
il vento apre il cancello
solo alla luna
Daniela Zglibutiu

mercoledì 24 dicembre 2014

Dietro quella porta …

Benvenuto nulla. Raccontami se ci sarà un’altra misura temporale e un altro spazio fermo fuori da questa orbita dove io potrò rivivere ogni attimo
senza sbagliare tanto e perdere tutto.
Splendore, Margaret Mazzantini



senza sbagliare tanto e perdere tutto



Ma tu lo sai cosa si prova a sentire un dolore profondo? 
Niente.
Il nulla.
Dopo la disperazione, il nulla.
Niente ti interessa più e indifferenza è l' unico sentimento che ti lega al mondo.
Né pianto di bambino, né sorriso.
Né parole incise nel tempo, né ricordi.
Né pagine di un libro, i personaggi scorrono come su una strada agitata dall’ora degli acquisti e tu leggi pensieri infiniti quasi senza comprendere. Ti è piaciuto il libro? Non lo so, ero altrove mentre trascinavo lo sguardo sulle pagine trasformandole in inutili fogli.
Niente. Nulla. Benvenuto nulla.
Il dolore brucia tutto e le giornate vengono uccise dal vuoto che non trova parole per raccontarsi.
Convivi e non vivi, incubi malati d’insonnia popolano la notte e cerchi di strapparli dal tepore di una coperta, ma sono più forti, ti ricacciano in fondo ed esigono compagnia, no non puoi chiudere gli occhi! Ogni volta.
Credi davvero che non ascolti i tuoi consigli? Credi davvero che non abbia già pensato io, da sola, a tutti i tuoi “sarebbe meglio”?
Dietro quella porta sarai sempre sola.
Lì il nulla ha alzato la testa e ho scorto la sua ombra, correva clandestino a nascondersi dietro ogni sospetto. Non potevo credere di vivere davvero, respirare davvero, vedere davvero, ascoltare davvero, ho vissuto respirato visto e udito quelle parole. Avrei scoperto che la verità, a volte, prende strade tortuose a chi guarda, confuse a chi vive, ma prende strade, le percorre e poi arriva. La verità si svela e lascia il nulla.
L’ennesima porta, l’ennesimo ospedale, l’ennesimo responso … sola tra estranei, ho pensato di cercare conforto nell’unica persona in cui speravo di trovarlo, ma non c’è stato, la condanna è stata chiara: sarai sempre sola.
Perché abbiamo tanta paura di ammettere di aver bisogno di qualcuno? Forse perché il nostro bisogno si placa quando siamo noi ad aiutare gli altri, ci sentiamo utili, ci sentiamo in armonia con il mondo … ma poi non riusciamo a chiedere aiuto … poi, quando lo facciamo, scegliamo la persona sbagliata. Scopriamo che per soffrire dobbiamo chiedere il permesso e non possiamo soffrire in silenzio, scopriamo che non siamo pronti ad essere aiutati, e il mondo si riempie di assenze. Scopriamo che il dolore fa paura a chi ci sta accanto e fuggire è semplice, semplice come trovare alibi su una gamba sola, semplice come intimare al silenzio, semplice come farsi andare per traverso un bicchier d’acqua. Fuggire è semplice, dimenticare altrettanto.
Una mattina mi son svegliata triste e ho chiesto aiuto alla persona sbagliata.
Una mattina mi son svegliata senza un padre e le promesse si son dissolte facendo spazio alla paura che scalciando ha preteso un posto fisso nei miei giorni.
La paura si è seduta a tavola con la delusione e la rabbia e insieme hanno mangiato dal mio piatto.
Scegliamo le nostre presenze, diventiamo esigenti e cattivi, non sentiamo più il cuore, eterno traditore, ma andiamo alla deriva. Scegliamo le nostre assenze e queste ci obbligano alla loro continua presenza, inutili i tentativi per strapparli alle ore, il dolore nelle mani le trascina via fino allo stremo … credi che non ti ascolti? Ma restano lì a controllare che la tua memoria non diventi oblio.
Sarai sempre sola dietro quella porta.
Sì, il nulla che si affolla dietro le mille porte dell’universo.
Ora sono sola, invece di dividere il mio dolore in due.
Ma tu lo sai cos'è un dolore profondo?
Quello che si sente quando si raggiunge la consapevolezza che una delle persone alle quali tieni di più al mondo se ne frega del tuo dolore e la sofferenza aumenta perché non riesci a smettere di voler bene.
Ho capito.
Grazie.


Ogni vita ha il suo viale dove tramontano lampadine. E io m’ero incamminato. Dietro di me un sacrestano con lo scaccino mieteva candele. Avrei voluto ricordarmi il giorno della festa, quando tutte le luci della vita si erano accese per me, per consentirmi di cantare con la mia voce interessante ma stonata, ma non ricordavo che ci fosse mai stato un giorno così. Solo fuochi di Sant’Elmo, fragili scariche elettromagnetiche nella vecchia e noiosa tempesta.
Splendore, Margaret Mazzantini