se si potesse
viaggiare nel tempo, non sbaglieremmo più i congiuntivi
- Dai, forza!
Non farti pregare! Dimmi cos’è, com’è... su! Io non sono sicura di averlo
capito bene, ancora no. A chi altro potrei chiederlo?
- Non è facile
rispondere alla tua domanda, tra l’altro non sono sicura di conoscere bene la
risposta ... non hai altro da chiedere?
- No. Ho solo
questa domanda per te. Diciamo che per ora è la più importante. E poi, dai tuoi
occhi, capisco che tu sai la risposta ma non vuoi aiutarmi. Perché? Puoi dirmi
quello che vuoi, siamo solo io e te. Qui. Per ora. Ho bisogno di una risposta.
- È proprio
questo il problema: non esiste una risposta. Ce ne sono tante. Tutti modi
diversi di vivere, personali, irripetibili. Come spiegare? Spiegare mi sa tanto
di teorema di Pitagora. Ci vuole tempo, le parole giuste ... è difficile,
qualsiasi risposta non sarebbe completa.
- Ma noi ne
abbiamo di tempo! Il tempo, quello tra noi due, ce lo gestiamo noi, siamo noi
che decidiamo quando andare, quando parlare, quando essere. Il tempo non è un
problema e qualsiasi risposta per me sarebbe già una soluzione, se, come dici
tu, non esiste “la” risposta. Dimmi quello che sai, poi sarà la vita a darmi il
resto. Ho bisogno di una finestra, un punto di partenza, un punto di vista dal
quale partire per godere di un paesaggio. Una sola foto, poi provvederò io a
scattare le mie foto e ti prometto che non saranno mille, ma saranno poche foto
scelte, impresse su un vecchio rullino, a costruire il puzzle della mia vita.
- Oddio ...
così mi fai sentire in imbarazzo ... sto parlando ad una donna o ad
un’adolescente? Tu già sai quello che vuoi, perché hai bisogno di me? delle mie
poche certezze?
- Sono solo una
ragazzina. E sì, ho bisogno di te e tu sai il perché.
- Mi hai
convinto, ma non sarà un discorso breve, né tanto meno semplice. Chiedimi ciò
che vuoi, preferisco dialogare, non mi è mai piaciuto predicare da dietro una
cattedra.
Dimmi cos’è
l’amicizia.
Ci provo. Ma
poi non te la prendere con me se non sarò stata esaustiva ... io ti avevo
avvertito.
Te la
racconterò alla mia maniera, che spero saprai riconoscere e comprendere.
La prima cosa
che mi viene in mente è l’ascolto. Amicizia significa saper ascoltare ed essere
ascoltati.
- E no, mi
avevi promesso spiegazioni, non mi prendere in giro. Ascoltare è facile. Io
ascolto musica, ascolto i prof, ascolto prediche ... insomma è facile, basta
saper usare le orecchie!
- Ti sbagli.
Ascoltare è difficile. Ascoltare non è sentire. Non puoi abbandonarti alla
distrazione quando un’amica ti confida, ti parla, ti chiede. Ascoltare
significa rispettare. E questo non si fa solo con la testa, si fa con tutto di
te, ascoltare è sentire anche cosa le parole vogliono dire oltre se stesse,
parole che oltrepassano sguardi, restando incastrate tra le righe di un
pentagramma che si sta componendo. Ascoltare significa anche riempirsi di sé.
Costruirsi. Noi siamo come dei bicchieri ci riempiamo perché qualcuno ci aiuta
a farlo, perché qualcuno è disposto a farlo e noi ci colmiamo delle sue parole;
ma ricorda che arrivati al bordo devi poter e saper restituire ciò che ti è
stato dato. Ascoltare ed essere ascoltati.
- Non è
semplice parlare. Io non sono mai stata molto capace a parlare, soprattutto
quando si tratta di me; non trovo mai le parole giuste, ho paura che gli altri
possano fraintendere, alcune cose sono solo mie e non riesco a dirle ... sembra
quasi che dicendole non siano più mie o magari siano diverse da come erano
nella mia testa.
- Lo so. Quello
che devi scoprire è il desiderio di parlare, questa volontà nascerà insieme
alla voglia di condividere e non si può fare con chiunque. Vedrai, sarà bello e
neanche te ne accorgerai. Chi ha detto poi che non si possano avere dei
segreti? o chi ha detto che non si possa stare anche in silenzio? L’amicizia
non pone divieti in tal senso. I segreti siamo noi, ognuno di noi si deve
appartenere, dobbiamo avere una zona buia con la quale fare i conti o magari
solo confortarci alla nostra maniera. Il silenzio è un momento prezioso. Dal
silenzio nascono pensieri, nel silenzio siamo solo noi e la nostra coscienza
... ne abbiamo bisogno per crescere da soli, per misurare le nostre forze. Il
silenzio placa le nostre paure. Conforta i nostri pensieri. È il sentiero
che porta alla nostra anima. Dopo, solo se saremo pronti, potremo dar voce ai
nostri silenzi. Il silenzio va ascoltato e rispettato. Mai frainteso, quando
esiste la fiducia.
La fiducia.
Questa è la seconda parola magica. Non è male essere diffidenti. Spesso ho
ringraziato il destino per la mia diffidenza. L’istinto a volte mi avrebbe
portato a scelte sbagliate, non tutte le persone sono adatte a noi. Questione
di appartenenza, di affinità. Ma la fiducia è per molti una scelta difficile.
Si costruisce gradualmente, è come smontare un muro mattone dopo mattone, si
comincia dall’alto, fino a che compaiono gli occhi dell’amico, il suo sguardo
che ti dice se puoi continuare a demolire quel muro, e poi giù fino al cuore
... e lì, forse, ti potrai sentire finalmente sicuro. Lasciarsi andare è
complicato.
- Ma come si
può essere sicuri? Nessuno mai ti dirà se puoi fidarti fino in fondo, se chi ti
sta di fronte non ti mentirà mai, se sarà tuo amico per sempre...come?
- Nessuna
certezza. Solo il rischio. Ma devi decidere tu se vale la pena affrontarlo. In
fin dei conti chi ti sta di fronte sta pensando le stesse cose che pensi tu, ha
gli stessi dubbi, si pone le stesse domande. Rischiare insieme non è poi tanto
male, rischiare significa vivere, scegliere e l’amicizia è un modo piacevole
per farlo anche se la scelta potrebbe essere quella sbagliata e potresti
soffrire.
- E il
tradimento allora? Lo so che non parliamo d’amore, ma due amici si possono
anche tradire. Non so se voglio correre questo rischio. Mai sono stata tradita,
ma ho paura di lasciarmi andare, ho paura che tutto finisca e ... finisca male.
Magari sarò io a tradire ... non lo so. Non posso escluderlo, non so cosa potrà
succedere. Penso all’amicizia come a qualcosa di importante e sicuro. Qualcosa
di necessario e confortante. Una coperta sempre pronta a scaldarti. Tu sei mai
stata tradita?
- Sei come me.
Ho avuto sempre paura dei sentimenti. Il tradimento è insopportabile. Io ...
sono stata accusata di aver tradito. Ma non l’ho mai fatto. Se siamo veramente
uguali tu non tradirai mai, la tua diffidenza ti divorerà, ti renderà insicura,
ma mai tradirai. Io non l’ho mai fatto in tutta la mia vita, in alcuni casi ho
preferito non avere fiducia, ma quando ho detto “ti voglio bene” è stato per
sempre. Se sono stata tradita? Sì. Qualcuno l’ha fatto. Alcuni sono volati via
nell’indifferenza più completa, altri, pochi, restano ancora nel mio cuore.
Triste è il momento in cui scopri chi erano i veri amici.
- Come ti sei
sentita?
- Le
incomprensioni fanno parte di qualsiasi tipo di rapporto umano. Che sia amore,
amicizia, ... ma il consiglio che voglio darti è quello di parlare, parlare
sempre. Le parole sono tutto ciò che possediamo, servono ad esprimere emozioni,
idee, servono a farci venir fuori da quel groviglio di riflessioni che facciamo
solo con noi stessi e che finiscono per confonderci e basta. Se non riesci più
a parlare o ascoltare l’altro, allora qualcosa non va. Ma parla, anche se la
verità è una pesante verità. Credimi, il dolore che si prova quando l’altro non
ti ascolta o non ti parla più è un dolore infinito. Una lama che ti taglia in
due lasciandoti un vuoto profondo nello stomaco. Allora sei lì che ti chiedi se
il tuo amico o la tua amica che ora non ti ascolta più, lo abbia mai fatto
veramente. Se sia stato un vero amico sin dall’inizio. E al silenzio si
accompagna il dubbio.
- Mi hai
risposto. Ho capito. Ho capito che erano amicizie importanti. Forse una. Non
riuscirò mai ad affrontare tutto questo. Stiamo parlando di amicizia con la A
maiuscola non di due compagne di banco ... vero? Sembra tutto così impegnativo,
difficile, troppo per me. Era questo che volevo, ma non so come siamo arrivate
a questo punto. Le tue parole sono tristi e dicono di sentimenti ancora vivi,
che fanno soffrire.
- Guarda che me
lo hai chiesto tu...io parlavo di fiducia. L’altra faccia del tradimento. Ma
sì, hai ragione. Ci siamo intristite troppo. Sai, quando un’amicizia diventa
molto importate il dolore che si prova per un tradimento, un’offesa, un
fraintendimento è grande quanto il bene che si vuole. Faresti qualsiasi cosa
per spiegare, per dire che hai sbagliato, chiedere scusa, o magari che è stato
tutto un errore. Non essere creduti e ascoltati è la sensazione più opprimente.
Forse questo ci ha trascinato, anzi, mi ha trascinato un po’ troppo fuori
strada, in riflessioni tristi, come dici tu. Possiamo rimediare. Ma prima
voglio darti un altro consiglio.
- Ok per il
consiglio, ma poi l’hai promesso. Se tutti dicono che l’amicizia è il più bel
sentimento che c’è, allora lo voglio sentire da te, voglio sapere da te perché.
- Fidati, io
non ne so nulla. Comunque sarà pure il più bel sentimento che c’è ma ricorda
una cosa: non devi mai dimenticare che al primo posto della tua vita ci sei tu.
Solamente tu. Non pensare mai di non valere niente, non pensare mai che non
puoi farcela da sola, mai e poi mai dovrai pensare che hai assoluto bisogno
degli altri, l’unica persona che ti è necessaria sei tu. Per me è ormai troppo
tardi. Qualcuno mi ha fatto credere che valevo molto in due e come una stupida
ho creduto di valere poco da sola. Ma era talmente bello valere in due,
una goliardica complicità, che ormai non so più cosa sono io.
- Questa cosa
non la capisco ... è una di quelle cose che dicevi prima: un groviglio di
riflessioni che facciamo solo con noi stessi e che finiscono per confonderci e
basta. Scusa, ma non riesco proprio a capire.
- Qualche volta
accade di trovare un amico o un’amica importante, esistono tanti tipi di
amicizia, hai presente quella che i bambini chiamano l’amichetta del cuore?
Ecco. La tua amichetta del cuore è talmente uguale a te che ti diverti con lei
qualsiasi cosa facciate insieme. Siete talmente affiatate da pensare le stesse
cose, ridere prima di parlare, finirsi le frasi a vicenda, farsi venire idee
... insomma le due parti di una mela. E bada bene parlo di vera amicizia,
l’amore non ci interessa, gli amici possono essere più complici a volte di due
innamorati.
- Ma, non ti
spaventa tutto questo? Prima mi consigli di “non perdermi di vista” poi mi dici
che è divertente essere complici. A me spaventa perché ...
- Dimmelo tu
perché. Vorrei sapere cosa ne pensi.
- Ecco. A
pensarci bene ... il tradimento mi ha lasciato troppo amaro in bocca e forse
questa ... complementarietà, la possiamo chiamare così? insomma questo essere
complici mi spaventa perché ... e se l’amicizia dovesse finire? Chi dei due
potrà andare avanti senza l’altro? Si può arrivare ad un punto in cui si
dimentica cosa significa essere da soli? ridere da soli, costruire da soli,
pensare da soli, consolarsi ... sì, ora capisco il senso del tuo consiglio.
Senti, però, ma quanto è difficile quello che mi dici. In fin dei conti basta
scommetterci poco, crederci poco, insomma, viversela così come viene senza dare
troppa importanza all’amicizia o farsi tanti amici e andare avanti. Sarebbe
meglio, non credi?
- Ma brava! Che
bella soluzione preventiva. E quindi rinunceresti a tutto così, solo per la
paura di rimanere sola?
- No. La mia
paura non è solo quella. Ho paura che ...
- Cosa?
- Insomma. Ho
paura che uno dei due non si diverta ad essere una metà della mela, quei gradi
che mancano ai novanta. Allora mi chiedo ma ne vale veramente la pena?
- La paura è
ammissibile ma se sapessimo ogni volta se ne vale la pena, in ogni cosa, non
avremmo problemi ma neanche vivremmo più. E poi dimentichi che manca il resto
della mia storia. Detto tra noi sentirsi la metà di una mela è bellissimo come
riuscire a scoprire qualcosa di te che non conoscevi prima, anche se anch’io ho
fatto i conti con la paura di cui parli. Conviene rischiare.
- Spiegami
perché conviene. Siamo qui per questo.
- Conviene ...
per un paio di ciabatte, per un torta di compleanno, per due panini avvolti
nella stagnola, per una lacrima dietro una pizza, per un profumo, per una
canzone, per un gioco di parole, per un consiglio, per una parola al momento
giusto, per una buonanotte, per un come stai, per un caffè e dei pasticcini,
per Calvino, per un tizio curioso in treno, per la nascita di un’idea, per ...
- Ehi! Ma sei
impazzita? Prima la butti sul filosofico, ascolto, fiducia, tradimento,
riflessioni...e poi? Una lista di scemenze! Per di più sono quasi tutte cose da
mangiare!
- Scemenze? Sai
cosa sono i ricordi?
- Sì. Anzi, meglio
che stia zitta o per lo meno rifletta un attimo. Sicuramente avrai una risposta
importante, bella pronta e ... non voglio cadere a pie’ pari nel tuo tranello.
Scusa ma...un paio di ciabatte?
- Proprio così
e al primo posto direi di mettere: ridere senza motivo. Bello vero? Ti devo
spiegare una cosa così importante come l’amicizia e vado parlando di cose senza
senso. Il mio ricordo più bello trascorso con un’amica è proprio un momento in
cui ho riso senza alcun motivo. Non mi era mai capitato prima e ti giuro è
stato, e rimane tuttora, il momento più bello della mia vita. Per la prima
volta in vita mia ho fatto una cosa senza pensarla prima, senza senso, senza
motivo e ... non riuscivo a fermarmi. Ancora oggi, quando sono giù, ripenso a
quel momento e il cielo diventa un po’ più azzurro, mentre un sorriso ebete mi
si dipinge sul volto.
I ricordi sono
i momenti, ma non quei secondi che un orologio conta per arrivare alle ore,
momenti come vita; l’elenco che ti ho fatto senza respiro è vita. Dietro ad
ogni singolo oggetto, gesto, parola c’è un mondo, ci sono dei sentimenti, delle
emozioni. Nessun tradimento cancellerà mai i momenti. Nessuna offesa cancellerà
mai le emozioni. Nessuna bugia potrà mai rimuovere la spontaneità e la
semplicità dei momenti in cui un amico o un’amica ha avuto bisogno di te e tu
eri lì...anche a fare la scema, ma eri lì, anche con un sorriso ebete, ma eri
lì. O loro erano lì per te.
- Capito...però
ne hai di fantasia ad esserti inventato tutti quei ricordi e solo per me!
- Sì.
Inventato.
- Una volta una
prof a scuola ci fece leggere dei brani sull’amicizia. In più di uno si parlava
di amici nel momento del bisogno, amici e segreti, amici per condividere gioie
e dolori. Insomma, tutte frasi che a me sono sembrate scontate, retorica vuota
e ripetitiva. Quella prof non ci spiegò mai il valore dei momenti, attimi che diventano
ricordi. Mi piace. Voglio anch’io i momenti.
- Li avrai.
Lasciati andare e li avrai e ti sentirai al sicuro. Ricorda però che potrebbe
arrivare uno di quei momenti che proprio bello non sarà.
- Ecco che ci
risiamo! Avevamo iniziato un bel discorso e poi? Torniamo a parlare di cosa?
Ancora tradimento?
- No. Rispetto.
Stavolta si parla di rispetto. Sai cos’è?
- Forse.
Rispetto qualcuno quando lui ha un’idea diversa dalla mia, ma io non sto lì a
criticarlo o a deriderlo, lo ascolto, confronto la sua idea alla mia e insieme
... abbiamo due idee.
-
Brava...insieme avete due idee. Non dimenticare che l’amicizia è solo uno dei
tanti modi per vivere in mezzo agli altri, è un privilegio, un dono da
custodire.
- Custodire? Mi
stai dicendo che bisogna comunque impegnarsi? ... io e l’impegno non andiamo
molto d’accordo. La mia prof di matematica dice che devo impegnarmi di più
perché non ottengo i risultati che la mia testolina potrebbe ottenere e questo
solo per l’impegno ... scarso. Che parola terribile...
- Sì. Sono
decisamente d’accordo, ma non ti dirò su cosa se con la tua prof o
sull’impressione che ti fa la parola scarso ... avremo tempo. Ma comunque, sì,
occorre impegno. Il rispetto lo si deve a tutti, ma ad un amico o ad un’amica
prima di ogni altro. Occorre rispettare la reciproca libertà, i sentimenti,
occorre rispettare i segreti e le emozioni, occorre rispettare le scelte, ma
anche il coraggio, occorre rispettare il coraggio, occorre rispettare il
coraggio, il coraggio ...
- Ma quale
coraggio?
- Il coraggio
di dire “ho bisogno di te”.
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- Ma come si può? Dire ho bisogno significa umiliarsi...almeno per me.
- Per me è la più importante e vera dimostrazione di affetto, amicizia e fiducia.
- E se la risposta fosse solo il silenzio e l'indifferenza?
- Non posso rispondere a questa domanda. Ti prego. Non insistere.
- Sì. Rifletterò sulle tue parole. Grazie. Grazie ... mamma.
- Ora vai,
torna nel futuro ... ti voglio bene.
- ...ok, vado
- Non
preoccuparti ti insegnerò io a dire “ti voglio bene”, come qualcuno l’ha
insegnato a me.