Al di là di te, o mare, ho un paradiso in cui
io vestii la delizia, non la sventura.
Ibn Hamdis, Il Canzoniere II, vv. 20-21
Qualche giorno fa la mamma di un’alunna della
mia scuola se n’è andata. Stare in classe con i suoi amici non è stato facile.
Piangevano di un pianto inconsolabile, per la prima volta sono rimasta senza
parole, non sapevo cosa dire o fare, come riuscire ad abbracciare tutte insieme
quelle lacrime, dove trovare parole per rendere meno straziante il dolore, per
lenire la presenza della morte, per consolare la tristezza provata per un’amica.
Ho chiesto loro di parlare.
“Prof. lei non piange, voleva solo parlare e la
prima che ha cercato sono stata io! La sua migliore amica.”
Ho cominciato a piangere davanti a undicenni
confusi in cerca delle mie parole, ma queste non ci sono state. Hanno solo
visto le mie lacrime, per il mio papà e per quell’amica alla quale ho chiesto
aiuto e che non c’è stata. Che mi ha lasciata sola.
Ho fatto leggere un testo che avevo preparato e
ognuno di loro ha scritto un messaggio per l’amica … rimasta senza mamma a
undici anni. Le abbiamo regalato un abbraccio di parole.
“Ti auguro di non avere mai un'amica come te.”
Morire in un solo momento. Il cuore è ormai da
buttare, non ti servirà più, hai creduto al tuo istinto ma per la prima volta
ti ha tradito.
Ti ha tradito? Non lo so.
Morire dentro, silenzio, perdersi per non
tornare mai più.
Anima in frantumi incapace di reagire. Freddo
inconsolabile.
Sono ferma, qui, sul burrone di quelle parole o
forse son saltata giù senza appigli per tornare indietro.
Intorno solo il buio.
Una frase e si cancella un pezzo di vita, una
frase e vola via il resto da vivere.
La potenza delle parole. Mi piacciono le
parole, armi potenti o carezze impensabili, improvvise incertezze o sicuri
abbracci in un giorno di pioggia.
Via i momenti belli, le risate, la
condivisione, i pensieri divisi in due.
Via le promesse, quelle di esserci sempre,
quelle di dirsi tutto.
Via tutti i ti voglio bene e i mi manchi.
Le parole che cancellano e distruggono, le tue
parole fanno male.
Dieci parole ed è svanito nel nulla il
desiderio di ascoltare, dispersa la capacità di confortare, morta la fiducia in
chiunque.
Ma ti capita di pensarmi e sorridere solo per
un secondo? A me sì.
A me sì perché non fa bene al cuore essere
costretti al silenzio. Fa molto male. Male non poter dire, regalare parole,
quelle che ti salgono in quei rari momenti di bellezza e tu sei lì pronta a
dire ma la ragione le inghiotte di nuovo.
Via le parole che avevano un senso, non sono
neanche suono a produrre armonia, sono solo silenzio e vuoto … risuonano nella
mia testa e sono cattive.
Convivere con la consapevolezza di essere
inutili, con il vuoto lasciato dai sentimenti, scacciarli via per ritrovarseli
accanto a sussurrare parole.
Non posso abbandonare il pensiero … se lo
facessi allora sì, allora sì che sarei veramente sola.