I matti sono apostoli di un dio che non li vuole
Simone Cristicchi
Li
guardavi da lontano e non pensavi a loro. Indistinti, talvolta richiamati alla
mente, mai a invadere i pensieri, a
occuparli nei momenti di vuoto, di pausa. Gli altri erano lì e di loro non te
ne importava niente.
Poi
hai imparato a riconoscerli, a distinguerli tra la folla, i tratti si sono fatti
più chiari, il profilo sicuro a tagliare lo sguardo curioso e perso.
Sei
gli altri. Uno di loro.
Ora
sei gli altri.
Hai
avuto paura, brancolante fino al limite della pazzia dimenticando la strada del
ritorno, una folle bestia ha strappato latrando un cervello rapito e lo ha
nascosto come preda di caccia.
Sono
lì, in mezzo alla folla degli altri, li guardo negli occhi e mi specchio nei
loro, fantasma indistinto tra soprabiti lisi, usati, martoriati.
Passeggiano
di notte in strade senza luce, senza
ombre o mani a cercare un appiglio.
Inghiottono
il buio senza guardarlo in volto, non cercano mani solo un posto al riparo da
occhi vitrei giudicanti.
Confusi
tra pareti sudice di sangue schizzato di vita crudele … camaleonti involontari,
nessuno li vede, nessuno.
Solo.
Un altro degli altri.
Parli
parole incomprensibili, tortura di voce senza suono, senza senso.
Nessun
sorriso.
Sei
altri, certo di partorire bugie bloccato in una realtà che non ti appartiene, ormai
estraneo al mondo che ti ha sputato via.
Sei
diventato gli altri, forse già lo eri.
Orrida
creatura senza diritto di respirare.
Senza
valore, sentimento, dignità.
Gli
altri, gettati in un labirinto di indifferenza.
Nuotare
nella piscina dell’immondizia umana, lasciarsi seppellire dai rifiuti e
scendere giù … con gli altri come te fino a soffocare.
Lo
sapevi cosa succedeva agli altri, non li guardavi dal tuo riparato privilegio
di un bene spontaneo, sicuro.
No,
non sei come loro, non vuoi esserlo.
Uno
qualunque
Indegno
Un
colpo di spugna
Un
tratto di penna nera
Una
spunta
Un
foglio strappato
Una
cicca pestata
Uno
sputo
Un
fantasma
In
fondo è facile sparire, a un passo dagli altri è il nulla. Un’essenza ai
confini del buio, un’ essenza senza più corpo, senza corpo né anima.
Quando
sei gli altri non sei più.
Ombra
che vaga vuota in equilibrio su un fiato sospeso, zoppicando in un'esistenza
senza senso.
Sei
gli altri.
Non
hai speranze e aspetti che arrivi sera.
La vera amicizia non è schiava del tempo e dello
spazio, la
distanza materiale non può separarci davvero dagli
amici!
R. Bach