Tienimi per mano al
tramonto,
quando la luce del giorno si spegne
e l'oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle...
Tienila stretta quando non riesco a viverlo
questo mondo imperfetto...
Tienimi per mano...
portami dove il tempo non esiste...
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano...
nei giorni in cui mi sento disorientata...
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate...
Tienimi la mano, e stringila forte
prima che l'insolente fato possa portarmi via da te...
Tienimi per mano e
non lasciarmi andare... mai...
Herman Hesse
quando la luce del giorno si spegne
e l'oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle...
Tienila stretta quando non riesco a viverlo
questo mondo imperfetto...
Tienimi per mano...
portami dove il tempo non esiste...
Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano...
nei giorni in cui mi sento disorientata...
cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate...
Tienimi la mano, e stringila forte
prima che l'insolente fato possa portarmi via da te...
Tienimi per mano e
non lasciarmi andare... mai...
Herman Hesse
Non dimenticherò mai quella
mattina, non dimenticherò mai le molte altre mattine, i molti altri momenti che
vorrei cancellare, vorrei non aver vissuto.
Dicono che la vita è questo, dobbiamo
rassegnarci al buono e al cattivo, prendere tutto con pazienza e rassegnazione
e avere la forza di ricominciare … secondo me chi ha detto queste cazzate non
ne ha mai avuto bisogno.
Più vorresti cancellare e più
la vita ti presta un evidenziatore per illuminare quelle parole mai dette, quei
pensieri mai ascoltati, quell’abbraccio che non c’è stato … quelle parole di
conforto inesistenti, quelle parole di minaccia.
Tutto diventa un vortice e
resti lì, impotente, non sai cosa fare, dire, urlare … ti trascini verso un
altro giorno senza sapere dove stai andando.
Non dimenticherò mai quella
mattina e le mattine che seguirono.
Il dolore aveva costruito una
montagna, ma nessuno poteva vederla, era nascosta bene, ma quel giorno la
tristezza era talmente intensa e viva da riempire il petto fino a farlo
esplodere; una tristezza tanto profonda da scambiare l’alba col tramonto,
quando i pensieri non trovano risposte e tutto sembra più buio, quando la mente
è confusa e sicura di non trovare più pace e conforto nella notte.
Non dimenticherò mai quella
sensazione e mai avrei creduto di sentirmi peggio.
Non era vero, le notti insonni
erano dietro l’angolo e sarebbero state molte, e sono molte.
La morte, le perdite, la
malattia … essere sempre forti non ripaga, essere sempre forti ti fa diventare
debole e quella mattina qualcosa si è rotto.
Mai la tristezza aveva parlato
per me, quel giorno mi sono svegliata nel buio, guardando il tramonto della mia
anima, la mia tristezza si è specchiata ed è stato l’errore più grande che avesse
potuto fare.
Sono triste.
Questo ha detto e ne aveva
tutte le ragioni.
Ha detto sono triste e non
meritava la derisione.
Ha avuto il coraggio di parlare
e si aspettava conforto, ma è stata solo giudicata.
Morire e non accorgersi di
nulla, è stato come sparire d’un colpo, diventare trasparente e continuare a
essere solo per far finta di essere … mentre il tuo sentire, il tuo cuore, le
emozioni tutto continuava ad essere vero, sincero.
Stai
sull’orlo di un precipizio e cerchi aiuto, lo chiedi a chi senti più vicino in
quel momento.
Ti
fidi, gli vuoi bene.
Niente.
Il
dolore ti trascina via e le mani che ti stringevano e che stringevi ti
lasciano.
Ti
ritrovi solo.
Il
pensiero saggio ti abbandona come quelle mani e il dolore torna a parlare per
te.
Parla
di rabbia, parla di silenzio, parla … e infine muore.
Ora
resta più forte che mai, non ha bisogno di preghiere, non crede nelle preghiere
di nessuno; ora quella montagna è diventata invalicabile, oscura la vista di un
orizzonte sulla serenità, ora si chiede ancora … il mio dolore … cos’abbia
fatto di male.
Il
suo peccato è stato quello di esistere.
Il
suo peccato è stato quello di parlare.
Il
suo peccato è stato quello di “rendere triste”.
Ha
peccato e non me ne importa nulla.
Ora
non sono capace di avere fiducia in chi tende una mano … potrebbe tirarla
indietro o tirarmela in faccia.
Ora
tutti sono un pericolo.
Ora
tutti sono uguali e nessuno merita quell’attenzione che avevo per le cose … le
persone preziose.
Forse
le avevo riposte in un luogo tanto segreto e sicuro da dimenticare dove
fossero.
Forse
le avevo date per scontate e ho sbagliato … nessuno è scontato, e le cose preziose
vanno coltivate, curate.
Nessuno
ha coltivato me, ma non me ne sono accorta, fino a che quella mattina la mia
tristezza ha preso la parola e ha cancellato dal mio vocabolario la parola
serenità.
Nessun commento:
Posta un commento