Non
possiamo dire in quale preciso momento nasca l’amicizia.
Come
nel riempire una caraffa a goccia a goccia, c’è finalmente una stilla che la fa
traboccare,
così
in una sequela di atti gentili ce n’è infine uno che fa traboccare il cuore.
Fahrenheit
451
Io lo so. È stato accanto a
una finestra, una piccola fessura, in una piccola stanza, in un piccolo paese.
Lo so e continuerò a saperlo, perché è difficile dimenticare un momento
particolare scoppiato all’improvviso a cambiarti la vita.
Tutto cominciava a procedere
per il verso giusto e nuove prove mi stavano aspettando. Me ne andavo in giro immersa
nei miei pensieri, smarrita tra obblighi e preoccupazioni, presa da quell’ansia
che sempre mi assale quando sono in un luogo diverso, quando devo abituarmi,
quando, per la prima volta, sono chiamata a fare qualcosa che immagino sempre
più grande di me, cioè … ogni volta.
Tutto è sempre più grande di
me, più alto, più bravo, più a suo agio e non a mio; insomma: disperata, ma fiduciosa
perché io una soluzione la trovo prima o poi.
Il mio silenzio creava una
maschera di compostezza ai miei sentimenti … rifugio e forse alibi.
Nascosta dietro al mio mondo
me ne andavo in giro in cerca di un sorriso.
Ho trovato una parola, due,
dieci, cento mille parole che, da quella finestra, sono partite per viaggiare
oltre. Subito è stato come sentirsi a casa, come essere nella mia stanza a
chiacchierare con la mia sorellina, mangiando biscotti e sorseggiando tè.
Spesso la vita ci fa sorprese
che neanche immaginiamo, e le parole non bastano e mai basteranno per
descrivere quella stilla che ha fatto traboccare il cuore.
Da quella finestra son partiti
tanti fili a tessere la trama di una calda coperta, una enorme e colorata
coperta che ti riscalda il cuore quando è troppo tardi, quando è troppo dura,
quando davanti a te solo una salita, quando la solitudine ti assale e non sai
cosa fare, quando sei arrabbiata, nei momenti in cui non sai, non vuoi, non
puoi.
Una calda coperta.
E dietro le parole un
sorriso. Sì, quel luogo mi è sembrato subito meno estraneo e sì … avrei voluto rifugiarmi lì per sempre. Un
luogo dell’anima.
Spesso la vita ci svela che
ci son persone come noi, universi che si nascondono in angoli remoti e noi per
caso li incontriamo e restiamo lì a domandarci quanto sia buffo rispecchiarsi
nell’altro. Un’idea che rimbalza e dimentica dov’è che è nata, da dove è
venuta, quale genitrice ha compiuto il folle gesto di metterla al mondo, no …
non importava era figlia dell’amicizia.
Le stesse lacrime per le
emozioni semplici, per una lagna di musica, per un pensiero profondo.
L’altra metà delle parole, l’altra
metà dei pensieri, l’altra metà di una mela.
Ho imparato e costruito.
Ho imparato che mi piace
ascoltare le persone a cui voglio bene, che mi piace aiutare chi ha bisogno di
me, anche se non ho imparato a chiedere aiuto, ma questa è un’altra storia.
Ho imparato a dire ti voglio
bene o mi manchi.
Ho imparato che posso vivere
fuori come sono dentro.
Ho imparato che le mie idee
non sono stupide o da buttar via.
Ho imparato che sono in grado
di aiutare l’altro.
Ho imparato …
e no, non mi venite a dire
che sono una rompiscatole, non mi venite a dire che son pensieri solo miei, no,
non mi venite a rimproverare perché credo nei sentimenti e nelle emozioni,
voler bene e credere nei sentimenti non è mai umiliante anche se … sì, anche se
ci credi solo tu e forse quella finestra te la sei immaginata
perché stare ancora qui a scrivere?
il bisogno di farlo, tutto diventa
più vero quando lo incastri su un foglio e non lo fai più scappare, lo rileggi
e forse … forse ti convinci che stupida non sei, e che, tra le pieghe nascoste
lasciate da qualche verbo, puoi ritrovare quello che hai perso: te stesso in
quel momento, accanto a quella finestra, in cerca di quel sorriso per ritrovarlo
di nuovo, ancora
ho vissuto questa amicizia come un privilegio ma sono stata una dei tanti
ciao
ps ho imparato anche che i sorrisi non saranno più gli stessi se non si sorride più in due ... e questo forse e ancora vale solo per me
ps ho imparato anche che i sorrisi non saranno più gli stessi se non si sorride più in due ... e questo forse e ancora vale solo per me
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