Spesso il
male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Eugenio Montale
Respiro aria
pulita. Finalmente. Voglio stare così, per sempre e ancora più di sempre.
Volare in alto, camminare lontano, correre altrove, guardare oltre, chiudere
gli occhi e cancellare il mondo intorno.
Sì. Essere un’infame.
Vivere.
Respiro
saziandomi di impassibilità infinita. Insensibile e fredda.
Sorda alle
richieste di aiuto, cieca alle mani imploranti, muta, con la mente al di là dell’orizzonte
mentre occhi umidi implorano, non li vedo, me ne frego, niente mi colpisce.
Voglio ingozzare la mia anima di me, dimorare solo nel mio mondo, qui un divano, lì un quadro,
le mie sedie, l’acqua nel vaso dei fiori che ho comprato solo per me. No, non
voglio aiutarti.
Mi rendi triste.
La mia anima non
sarà atterrata esanime dalla tua richiesta di bisogno, le tue parole neanche
sfioreranno il mio pensiero distratto da altre mete.
Non ci provare. È
inutile. Non dire parola che chiede, non dire sguardo che supplica, non
proferire quel mi manchi perché qui è inverno e lo sarà per sempre e ancora più
di sempre.
Neanche riderò
di te, impassibile sfamerò la vita che viene come viene, finché i miei polsi
avranno forza e tu non sarai niente.
Sei triste? Solitudine?
Scivolano le tue parole sul mio cuore di ghiaccio cadendo giù su piste di
indifferenza; silenzio e non infastidire il silenzio che mi appartiene.
Segreti? Non ne
ho e non saprei cosa farmene, non desidero custodirne di altri.
Smetti di
inquinare la mia aria e fai silenzio, smettila, non salviamo il mondo anche se
qualche fesso crede che io la faccia, so fingere bene. Lodo, lodo, l’odo ma non
ascolto, far finta è la mia specialità, non so ascoltare, non so amare.
Meglio fingere e
andar dritto, seguire la propria strada. Non mi interessano i tuoi problemi,
sei grande, risolvili.
Spostati e non turbare
la mia pace.
Mai potrai
guardare il mio volto.
Come vi sentite?
Io …
quando un amico, un'amica vi chiede aiuto, vi dice che ha bisogno di voi credetele perché chiedere aiuto non è facile, chiedere aiuto significa avere coraggio e mettere da parte l'orgoglio fino a umiliarsi ... no, non è bello ma la disperazione porta a questo, e chi è disperato ha bisogno di aiuto e non ha bisogno di indifferenza o di minacce, se ora un mio amico, un' amica mi chiedesse aiuto io farei di tutto pur di stare lì accanto a lui, a lei; così è ora, così sarà sempre soprattutto con gli amici quelli veri, gli amici che non ti umiliano, gli amici che io ritengo preziosi, l'amicizia non finisce, altrimenti non è vera amicizia.
quando un amico, un'amica vi chiede aiuto, vi dice che ha bisogno di voi credetele perché chiedere aiuto non è facile, chiedere aiuto significa avere coraggio e mettere da parte l'orgoglio fino a umiliarsi ... no, non è bello ma la disperazione porta a questo, e chi è disperato ha bisogno di aiuto e non ha bisogno di indifferenza o di minacce, se ora un mio amico, un' amica mi chiedesse aiuto io farei di tutto pur di stare lì accanto a lui, a lei; così è ora, così sarà sempre soprattutto con gli amici quelli veri, gli amici che non ti umiliano, gli amici che io ritengo preziosi, l'amicizia non finisce, altrimenti non è vera amicizia.
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