Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche. Eppure il dolore dell’anima è una malattia molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.
Oriana Fallaci
Il dolore, quello dentro, non si spegne facilmente né si dimentica. Spero di avere un cassetto dove riporlo o un armadio dove chiuderlo a chiave, ma sarà sempre parte di me.
Ho provato a raccontarlo alla persona alla quale volevo più bene, ma non mi ha preso sul serio, chissà perché, da lì è partito un altro dolore, un lento addio. Perché ci dobbiamo vergognare del dolore? Perché dobbiamo costringere noi stessi a nasconderlo? Per sconfiggerlo, almeno per quel che si può, bisogna viverlo. Vi rendo tristi? Non mi importa, tu, che ti reputi mio amico dovresti ascoltarmi e non ridermi in faccia. Se per una volta ti dico sono triste voglio essere al centro del tuo mondo e non respirare un'aria di sfida. Non è facile dimenticare il dolore, non è facile parlare del dolore.
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