Giochi di bambini risonano
come grida di gabbiani sul mare
mentre il mattino precipita troppo in fretta
verso il desiderio di refrigerio.
Di colpo il riposo sopisce le cose
le rende sole
un pesante silenzio cade su voci lontane.
Memoria di una casa tanto grande
dove la notte lotta col giorno
una ninna nanna si dondola in uno specchio
è un dolce sussurro nella stanza che riposa.
Una terrazza imbiancata dal sole
dolce sulla bellezza che rompe il deserto della
trovata solitudine.
Profumo di piccoli colori.
Un occhio vispo sfuggito spia da dietro i vetri
storie immaginarie
aspetta domani
aspetta le grida sull'oceano
in un vuoto che sembra infinito
in un respiro che sembra sospeso.
Verrà l'inverno.
Sì, verrà l’inverno …
anche se l’inverno sembra non aver fine. Guardo fuori e il cielo è scuro,
lontano si sentono tuoni che sono quando non dovrebbero essere. Non ci sono più
certezze. Fa freddo e questo inverno sembra non finire mai. Fuori e dentro.
Una stupida poesia, non
so scrivere poesie, ma un pomeriggio di molto tempo fa, quando ancora l’estate
faceva il suo dovere senza stupire, ho voluto catturare i miei ricordi per
paura di dimenticare. Immagini confuse di una me bambina, il sole, i giochi, i
miei disegni e la voglia di non riposare mai aspettando un nuovo giorno. Chi di
voi in un caldo pomeriggio d’estate, fuggito da un letto troppo noioso, non ha
mai spiato il mondo dalle fessure di una finestra socchiusa? Strisce di luce
sul volto bambino e uno stupido sorriso di giochi indossato da sempre.
Avevo quattro anni e il
mio papà mi regalò la mia prima chitarra per il mio compleanno … io sono nata d’estate, con il sole,
in un giorno di festa.
Tante stagioni sono
trascorse, ma forse l' estate di quello che sembra ancora ieri è ancora troppo vicina.
Non più occhi furbi, né
regali a sorpresa, ma silenzio, sì … tanto silenzio, tutto quel maledetto
silenzio.
Sono stati mesi di
silenzio e solitudine, non ho potuto ascoltare la mia voce … non ho potuto fare
la mia musica, non ho ascoltato parole di conforto, sì, quelle che avrei voluto
si sono arrese di fronte al muro dell’incomprensione, nascoste da alibi fasulli.
Forse non siamo tutti capaci di parole, certamente in pochi siamo capaci di
trovarle dietro al silenzio ... e disprezziamo il silenzio che chiede solo un abbraccio.
Questo silenzio mi ha
fatto impazzire, un buio nell’anima rotto solo da grida che mai scorderò, come
non scorderò mai le parole che non ci sono state.
Caldo e silenzio. E' sceso il buio, ladro di strisce sul viso e di sorrisi indossati. Inverno dentro.
Mi giro e lei è ancora
lì, provata da mille cadute bambine, fiera delle sue ferite ormai rimarginate …
con qualche corda in meno, ma è lì. Io sono ancora qui, provata da mille
cadute, impotente alle mille ferite, con un solo grande cuore, forse la corda
mancante alla mia chitarra, un cuore grande costretto ancora a vivere l’inverno
di un’estate che non arriva.
MADF
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