dedicato alla mia
amica Eleonora
Fisico.
Penso che non mi persuade; e che se tu ami la metafisica, io m'attengo alla
fisica: voglio dire che se tu guardi pel sottile, io guardo alla grossa, e me
ne contento. Però senza metter mano al microscopio, giudico che la vita sia più
bella della morte, e do il pomo a quella, guardandole tutte due vestite.
Metafisico. Così giudico anch'io. Ma quando mi torna a mente il costume di quei barbari, che per ciascun giorno infelice della loro vita, gittavano in un turcasso una pietruzza nera, e per ogni dì felice, una bianca; penso quanto poco numero delle bianche è verisimile che fosse trovato in quelle faretre alla morte di ciascheduno, e quanto gran moltitudine delle nere. E desidero vedermi davanti tutte le pietruzze dei giorni che mi rimangono; e, sceverandole, aver facoltà di gittar via tutte le nere, e detrarle dalla mia vita; riserbandomi solo le bianche: quantunque io sappia bene che non farebbero gran cumulo, e sarebbero di un bianco torbido.
Metafisico. Così giudico anch'io. Ma quando mi torna a mente il costume di quei barbari, che per ciascun giorno infelice della loro vita, gittavano in un turcasso una pietruzza nera, e per ogni dì felice, una bianca; penso quanto poco numero delle bianche è verisimile che fosse trovato in quelle faretre alla morte di ciascheduno, e quanto gran moltitudine delle nere. E desidero vedermi davanti tutte le pietruzze dei giorni che mi rimangono; e, sceverandole, aver facoltà di gittar via tutte le nere, e detrarle dalla mia vita; riserbandomi solo le bianche: quantunque io sappia bene che non farebbero gran cumulo, e sarebbero di un bianco torbido.
Giacomo
Leopardi, Dialogo di un fisico e di un metafisico, da Operette morali
Si ritrovarono lì, un luogo strano, inusuale, che
neanche sarebbero riusciti a descrivere, un posto mai visto prima, eppure, avevano
visitato entrambi diversissimi luoghi viaggiando da un polo all’altro della
Terra, solcato i posti più assurdi degli emisferi, dove il freddo paralizza,
dove il caldo sfianca. Ora, si guardavano intorno e si sentivano persi:
grovigli di fili, porte sconosciute, coperte, foto, tante foto, numeri, parole
e interminabili bip, tutto mescolato insieme in una forma indistinta.
Innumerevoli occhi sbircianti, parlanti.
Dove
mai erano capitati? Si guardarono scambievolmente, si fissarono negli occhi e
per la prima volta videro le loro parole farsi suono, osservarono il lineamento
dei loro visi, la forma della bocca, la profondità degli sguardi … ma non si
riconobbero e neanche riconobbero la loro prima volta.
Chi sei? Dove siamo?
Perché siamo qui e chi ci ha condotti in questo luogo sperduto e misterioso?
FB:
Vi vedo.
Si
sentì una voce latrare in lontananza.
FB:
Nessuno mai arriva sin qui. Mi piacete.
Bip
Si avvicinarono, cercando
di capire da dove provenisse quel vocione dalla cadenza autoritaria e severa di
un cane alla catena; sul fondo, a destra, tra una lunga colonna di parole
scroscianti, in alto, distesa mollemente sulla scritta HOME campeggiava una
strana figura. Era enorme, non l’avevano notata prima perché immaginavano
essere di pietra, un’enorme colossale statua, ma ora aveva parlato, mostrando
la sua vera natura di essere animato. Essere umano o animale? Ciò nonostante
continuava a sembrare un gigantesco blocco di marmo azzurro, freddo,
impassibile, indifferente, a suo agio in quello che aveva tutta l’aria di
essere il suo mondo, di lui soltanto. Bella no, donna o uomo non si riusciva a intendere,
sguardo anonimo, occhi blu, profondi e smarriti nell’infinito, corpo confuso
con il blu dello sfondo, un quadro che si perdeva chissà dove, non se ne
riusciva a scorgere il confine. La voce tornò a levarsi da quell’orizzonte
senza fine, senza verno né state.
FB:
A cosa state pensando?
CAMIONISTA:
A cosa stiamo pensando? Beh! Ci siamo ritrovati, senza sapere come, in questo
luogo sconosciuto e ... ci stavamo chiedendo dove fossimo...Io stavo solo
girando per la rete, chattavo con una mia amica e all’improvviso, eccomi qui.
DANZATRICE:
Sì, ha ragione lui. Condivido. (Bip) ... anch’io stavo chiacchierando con un
amico e mi sono ritrovata in questo triste luogo senza saper come.
FB:
Senza sapere dite? Amici dite? Siete proprio divertenti voi due, lo sapete? AHAHAHAHHAHAHAHAH
HIHIHIHIHIHIHI ;-) J mi
piacete!
Bip
Io
sono FB e voi ci state dentro con tutte le scarpe! Irrecuperabili! Io sono ciò
che cercate e ciò che fuggite, colui che criticate e che sfruttate, sono le
vostre ore, le vostre ansie, le vostre solitudini, la vostra voglia di parlare,
la vostra voglia di essere altro, di essere altrove, di abitare i pensieri
lontani, di svelare i sogni nascosti, alibi nella menzogna, coscienza in pace
con il mondo. Io sono. Volete promuovere le mie parole?
DANZATRICE:
Non capisco. Mi sento completamente smarrita e ti prego di dirci come facciamo
ad uscire da questo luogo indefinibile, inimmaginabile, incollocabile ... in
... insomma parla!
FB:
Ma io non posso fare nulla per voi! Siete voi gli unici a possedere le chiavi
di questo luogo, a sapere perché siete qui, cosa vi ha spinto a percorrere le
mie strade, cosa vi trattiene. Io sto qui, vi osservo, mi nutro delle vostre
parole, delle vostre solitudini e mi diverto da morire quando, incauti e
ipocriti, volete farmi la guerra a colpi di impostazioni.
CAMIONISTA:
La signorina qui ha ragione, la smetta di blaterare frasi confuse...mi piacete,
a cosa state pensando, promuovere parole, impostazioni ... ci vuole prendere in
giro? Ci dica dove siamo e come ne usciamo, altrimenti ...
FB:
Non ti scaldare bello, altrimenti ti si infiammano i baffi. Commenti a vanvera
non li tollero. Ti blocco dall’alto se non ascolti. Ma dato che siete qui,
voglio mettervi alla prova, al termine della quale avrete tutte le ris – post –
e. AHAHAHAHAHAHAHAH scusate, non ho saputo resistere.
CAMIONISTA:
Se è l’unico modo di uscire io ci sto
DANZATRICE:
Condivido (bip) cosa dobbiamo fare?
FB:
Dovrete dirmi chi siete. Tracciare il vostro profilo, in modo sintetico, come
se doveste appenderlo su una bacheca sulla quale si arrampicano post it di chi
è in cerca di un lavoro, di un’anima gemella, di un amico, di un appartamento,
di chi vende la propria arte, un musicista, un professore, di chi vuole far
sapere al mondo e vendersi a chi lo abita.
CAMIONISTA:
Non mi fido. Mi sembra troppo semplice. Se è un tranello te ne pentirai.
FB:
Troppo semplice? ahahahahahahah proviamo e ne scoprirete delle belle! Vi
prometto che non taggherò i vostri post – it. Sarà una cosa tra me e voi due. Restrizioni
sulla privacy. Scoprirete che non è semplice, ma dovrete dire la verità.
CAMIONISTA:
Ho poco tempo, ci hai chiesto chi siamo e non chi siamo stati, quindi te lo
dirò. Sono un viaggiatore solitario, percorro le strade del mondo alla guida di
un enorme bestione carico di ... carico, non mi interessa di cosa, io guardo la
strada e vado avanti. I miei giorni corrono veloci su vie affollate o deserte,
per me non fa differenza, se non quella di spingere più o meno
sull’acceleratore. Quando percorri tante strade ti sembra di avere il mondo in
tasca, in realtà le strade sono tutte uguali, grigie, anonime, compagne di
viaggi interminabili. Ti corrono incontro, unico spazio che si muove intorno e
ogni volta non mi resta che accogliere lo stesso grigio. Solo, su quella
cabina, a volte mi sembra di impazzire. Dopo un po’ cominci a capire che devi
fare qualcosa per riempire quel silenzio ... deliberai di immaginare vite, le
vite degli altri, le tante altre anime solitarie che sfrecciano su tutti i
sentieri del mondo. Almeno questo pensavo. Ogni macchina una vita. Una donna in
vacanza, un ragazzo che studia, l’uomo in carriera, gli innamorati che vanno al
mare, il cane con la testa fuori dal finestrino che lotta col vento (c’è sempre
il vento). Così trascorro i miei giorni e la mia casa, vuota, è solo un luogo
di passaggio. Vivo nella mia testa e non riconosco più il suono della mia voce,
quando i miei pensieri si fanno suono sembrano appartenere ad altri, mi fanno
paura, si svuotano. Ho deciso di viaggiare sul web.
FB:
Bravo! Vedo che ci sai fare coi pensieri. Mi piace (bip). Sei sicuro che tutto
quello che hai raccontato sia la verità?
CAMIONISTA:
Non ti sembrano troppo meste le mie parole per essere altrimenti?
Il racconto dell’uomo era
stato toccante, stagliandosi su un profondo silenzio, carico di attenzione e
sguardi interrogativi. Lei, la donna, riconosceva in quelle parole un non so
cosa di familiare. Non ci pensò, tentò di trovare il coraggio per mettere in
ordine la sua storia.
DANZATRICE:
Non posso, non posso parlare di me di come sono ora, ora vivo la mia
rivoluzione, una guerra col passato, forse vinta, non so. Ero prigioniera. Me
ne stavo tutto il giorno a una finestra, guardavo un cortile quasi sempre
deserto … sfortunata anche in quello. Le mie opinioni non erano importanti,
nessuno chiedeva, a nessuno importava. Un mobile che nessuno avrebbe mai
spolverato. Spesso preferivo la noia alle parole, che come frecce colpivano
sempre dove potevano far male. Giorni grigi correvano incontro a se stessi. Non
mi proposi altra cura che di tenermi lontano dalla vita. Mio unico rifugio: la
poesia e la danza. Muovermi nella più completa solitudine, quando nessuno
poteva vedermi, disegnando gesti nell’aria, intorno a me stessa, impossessarmi
dello spazio che solo allora sentivo mio, diventava mio.
Se la nebbia è un'illusione, se l'onda è un'illusione
la fragranza è un'illusione, il sogno è una via,
distenderò il mio corpo come un ponte sulle illusioni.
Se la follia è un'illusione, l'attesa è un' illusione, il tempo
è un' illusione
visiterò le mie illusioni da sola prima di dimenticare l'ultima
mentre tu scriverai nell'ultimo brano dal titolo "Caduta":
ho lasciato l'esilio e l'approdo in cerca dell'incerto e
dell'ignoto
non sono riuscito a tornare, mi allietavano le visioni e le
particelle di anime in libertà
tra i respiri delicati per una libertà che cerca se stessa
il tempo dell'assenza è amico, la terraferma è al tramonto
le luci sono passate, le ombre si sono ritirate
quando lacererai i veli per conoscere i cieli?
(NADA AL-HAJJ, "Evasione")
Solo nella poesia e nella danza la quiete, conobbi per prova come egli è vano pensare e cominciai solo a sentire, col cuore. Fino a che non mi è bastato più, ho spezzato le catene incapace di abbracci ho cominciato a viaggiare nel web.
Viaggiare nel web … ma
cosa cercano due solitudini in questo altrove? Due verità erano state svelate,
ora era tempo di tornare indietro, uscire da quel fitto ingorgo di vite altrui.
Ma l’essere indistinto non era soddisfatto, per sua natura curioso voleva
sapere, continuò allora a chiedere …
FB:
Che allegria! Insomma avete fatto entrambi la stessa fine: il web e
precisamente me. Seppur reali, i vostri racconti non soddisfano la mia voglia
di sapere … questo mondo, il mio mondo è fatto per divertirsi, per chi non ha
nulla da fare, buongiorno, buonasera, buon compleanno, una canzone qui una
frasetta là, tutta roba riciclata, sempre la stessa, trita e ritrita, gente che
si spaccia per qualcun altro, bugie a volontà, chi vuole vendere, chi si vuole
vendere, chi vuole comprare, ingannare, deridere, copiare, sfruttare … foto che
immortalano pranzi o posizioni impensate, parole di richiamo, di rabbia, di
conforto … un grande circo dove il mondo pensa a se stesso mentre fa finta di
pensare al prossimo, una grande vetrina del privato che non si accorge più del
limite che lo divide dal mondo.
Ma
cosa speravate di risolvere? Cosa avete trovato? Non erano forse meglio le
vostre grigie vite a questa fiera della mistificazione?
CAMIONISTA:
Non lo so. O meglio non ne sono sicuro. Mi piace osservare le persone, le ho
lette e anche se finte, questo non mi è dato sapere, parlavano, parlano con me.
Io ero uno di loro, finalmente uno di loro. Ho cercato di capirle, ho compreso
tante esistenze simili alla mia ma anche diverse, che forse mai avrei
incontrato nella vita di ogni giorno. Ho trovato che poi non sono così diverso
dagli altri, ho scoperto che il mio dolore era solo uno dei tanti anche se mio,
così è diventato metà.
DANZATRICE:
Io non sapevo cosa cercare, forse tutto, forse molto, cosa ho trovato? forse
nulla … magari di più. Ho trovato però me. Esserci è una conquista, avere uno
spazio, essere presente. Poter parlare … raccontare …
FB:
Siete proprio irrecuperabili! Ma volete capire o no che è tutto finto? Non ci
sono abbracci, sguardi, carezze, voci, niente di tutto questo, solo parole!!!
Non vi rendete conto che ci sono tante solitudini? Sono tante diverse
solitudini una a fianco all’altra, che si scrutano e cercano risposte. Per voi
non è cambiato nulla. Non avete capito che questo universo è una serie infinita
di produzione e distruzione, l’una serve parimente all’altra, niente è libero
da patimento :-/
DANZATRICE: Continui a
volerci ingannare … ho capito il tuo gioco. L’unica solitudine qui è la tua.
Non so perché ma quando il mondo non ti vuole, stranamente, per caso, senza
alcuna logica o spiegazione, trovi conforto in uno sconosciuto, una persona
alla quale per una strana alchimia puoi raccontare tutta la tua vita. Inutile
cercare risposte, spiegazioni, succede e basta. Magari quello sconosciuto non
si aspetta niente da te, non giudica, ti lascia parlare. Lo sconosciuto diventa
poi conosciuto e
un pezzettino della tua
malinconia se ne va. In fondo a chi piace o a chi giova questa vita infelicissima?
Io potrei essere benissimo un’altra, lui allo stesso mio modo avrebbe potuto
mentire, ma saremmo stati sempre noi. In fondo chi ti deve tradire lo fa anche
in tre dimensioni. E fa male …
CAMIONISTA: Condivido (bip). Mi piace
FB: Andate via. Tornate da dove siete
venuti. Andate prima che si alzi il vento e vi seppellisca sotto una pesante
sabbia rossa. Vi vedo, fate attenzione.
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