sabato 9 novembre 2013

Perché non sarà mai un giorno come gli altri

Svegliarsi a notte fonda nel bel mezzo di un sogno e fare di tutto per riaddormentarsi e finirlo. 
Invano.


Io sono uscita per ultima, ho chiuso la porta e ho usato le tue chiavi. Quelle con la mascherina d’argento che ti comprai a Venezia quell’ultima volta che visitai la città insieme alla mia più cara amica. Ti piaceva tanto. Ho sceso le scale per seguirti un’ultima volta, ma senza cadere come feci a due anni quando ruzzolai giù per correrti incontro, ancora ne porto i segni sulla fronte e forse anche il marmo delle scale se potesse lo racconterebbe.

E così sei uscito dalla tua casa.

Tre mesi fa.



La scorsa settimana abbiamo tolto il tuo spazzolino, ma io ancora apparecchio per tre … e la mia testa è altrove. Sento la tua voce dietro quella porta, ma non so dove sei.

C’eravamo tutti, tutti quelli che ti volevano bene, tutti quelli ai quali hai chiesto silenzio e assenza, ti abbiamo disobbedito, hai ragione, ma la persona che conoscevo non avrebbe mai chiesto il silenzio.
Il silenzio non era per te, che amavi cantare; io sono quella che studiava quei tartassanti esercizi sul flauto mentre tu mangiavi dopo una giornata di lavoro; non ti davano fastidio, dicevi, ma a chiunque avrebbero scassato i timpani e la pazienza, a te no, il tuo pranzo e le mie note lunghe di riscaldamento … musica triste e faticosa per me, una dolce colonna sonora per te. E chi ci capisce …

Dopo un anno di silenzio ho ripreso a suonare, non è stato facile, né smettere né riprendere; sai cosa significa per me la musica e senza ho sofferto molto; scusa, ma dovevo dirtelo, la sincerità è stato sempre il mio grande difetto. Mi hai insegnato che bisogna essere sempre sinceri, anche se noi con te non lo siamo stati … tutti noi, ma soprattutto io, perché a me chiedevi e io ho mentito. Ti chiedo scusa, ma la persona alla quale mentivo non avrebbe potuto ascoltare quello che sapevo, è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto e non so se riuscirei di nuovo a farlo.

A pochi l’ho confessato, agli amici che sono rimasti e che chiedevano, altri avrebbero potuto ascoltare ma io sono quella forte … ricordi? E poi qualcuno è scappato via e mi ha abbandonato, questo non te l’ho detto, non era necessario, era poco importante per te, ma le persone spesso scappano quando hai bisogno di loro e non si accorgono che se stai male non fanno altro che farti stare peggio; non tutti sono in grado di comprendere i sentimenti e fino a che si fa festa ci sono, poi li fai diventare tristi e ti buttano via come fossi una persona qualunque. Io non sono così perché tu mi hai insegnato a stare vicino, a confortare un po’ meno … siamo gente timida noi, ma ad ascoltare e porgere un aiuto, sempre.

Io sono quella che ti ha accompagnato ed ha alleviato i tuoi dolori. Per questo non hai detto il tuo ciao, scusa. Hanno detto che era l’unica cosa da fare, ma non avrei mai voluto farla e poi … perché sempre io? E di nuovo … a chi lo racconto? Dimenticavo, ero io quella forte … ma il dolore e la rabbia che ho provato ogni volta era profonda ed è rimasta lì senza voce, né orecchie che ascoltassero.

Come vedi ti devo chiedere scusa di molte cose, ma penso che tu abbia compreso tutto ancor prima di noi, hai capito benissimo perché questa stupida donna era così arrabbiata con te e niente e nessuno poteva cambiare i fatti o i sentimenti. Tu sei sempre stato uno che pensa, forse pensa troppo, proprio come me purtroppo, ma siamo intelligenti e con un cuore, non ci perdiamo in stupide chiacchiere e deprimenti minacce, in falsità o umilianti sproloqui, anche se spesso ci perdiamo nel regalare la nostra fiducia. 
Siamo simili. Abbiamo cercato di concederci solo a chi ci meritava, ma non ci siamo riusciti, per noi i sentimenti prima di tutto. Tutti possiamo sbagliare e di persone cattive è pieno il mondo, lo sai tu e ora lo so anch’io.

Perché questo non me lo hai detto? Mi hai lasciato sempre decidere liberamente, poche indicazioni e via, quello che tutti i figli del mondo vorrebbero. 
Grazie.

Sei andato via prima di uscire da quella porta e non ci ho potuto fare nulla.
Scusa

Buon compleanno papà

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