giovedì 6 febbraio 2014

L ‘ode all’indifferenza


 Spesso il male di vivere ho incontrato:
      era il rivo strozzato che gorgoglia,
      era l'incartocciarsi della foglia
      riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
      che schiude la divina Indifferenza:
      era la statua nella sonnolenza
      del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. 
Eugenio Montale







Respiro aria pulita. Finalmente. Voglio stare così, per sempre e ancora più di sempre. Volare in alto, camminare lontano, correre altrove, guardare oltre, chiudere gli occhi e cancellare il mondo intorno.

Sì. Essere un’infame.

Vivere.

Respiro saziandomi di impassibilità infinita. Insensibile e fredda.

Sorda alle richieste di aiuto, cieca alle mani imploranti, muta, con la mente al di là dell’orizzonte mentre occhi umidi implorano, non li vedo, me ne frego, niente mi colpisce.

Voglio ingozzare la mia anima di me, dimorare solo nel mio mondo, qui un divano, lì un quadro, le mie sedie, l’acqua nel vaso dei fiori che ho comprato solo per me. No, non voglio aiutarti.

Mi rendi triste.

La mia anima non sarà atterrata esanime dalla tua richiesta di bisogno, le tue parole neanche sfioreranno il mio pensiero distratto da altre mete.

Non ci provare. È inutile. Non dire parola che chiede, non dire sguardo che supplica, non proferire quel mi manchi perché qui è inverno e lo sarà per sempre e ancora più di sempre.

Neanche riderò di te, impassibile sfamerò la vita che viene come viene, finché i miei polsi avranno forza e tu non sarai niente.

Sei triste? Solitudine? Scivolano le tue parole sul mio cuore di ghiaccio cadendo giù su piste di indifferenza; silenzio e non infastidire il silenzio che mi appartiene.

Segreti? Non ne ho e non saprei cosa farmene, non desidero custodirne di altri.
Smetti di inquinare la mia aria e fai silenzio, smettila, non salviamo il mondo anche se qualche fesso crede che io la faccia, so fingere bene. Lodo, lodo, l’odo ma non ascolto, far finta è la mia specialità, non so ascoltare, non so amare.

Meglio fingere e andar dritto, seguire la propria strada. Non mi interessano i tuoi problemi, sei grande, risolvili.

Spostati e non turbare la mia pace.

Mai potrai guardare il mio volto.




Come vi sentite?

Io … 

quando un amico, un'amica vi chiede aiuto, vi dice che ha bisogno di voi credetele perché chiedere aiuto non è facile, chiedere aiuto significa avere coraggio e mettere da parte l'orgoglio fino a umiliarsi ... no, non è bello ma la disperazione porta a questo, e chi è disperato ha bisogno di aiuto e non ha bisogno di indifferenza o di minacce, se ora un mio amico, un' amica mi chiedesse aiuto io farei di tutto pur di stare lì accanto a lui, a lei; così è ora, così sarà sempre soprattutto con gli amici quelli veri, gli amici che non ti umiliano, gli amici che io ritengo preziosi, l'amicizia non finisce, altrimenti non è vera amicizia.



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