mercoledì 16 luglio 2014

Ricordo di un pomeriggio d'estate

Giochi di bambini risonano
come grida di gabbiani sul mare
mentre il mattino precipita troppo in fretta
verso il desiderio di refrigerio.
Di colpo il riposo sopisce le cose
le rende sole
un pesante silenzio cade su voci lontane.
Memoria di una casa tanto grande
dove la notte lotta col giorno
una ninna nanna si dondola in uno specchio
è un dolce sussurro nella stanza che riposa.
Una terrazza imbiancata dal sole
dolce sulla bellezza che rompe il deserto della trovata solitudine.
Profumo di piccoli colori.
Un occhio vispo sfuggito spia da dietro i vetri
storie immaginarie
aspetta domani
aspetta le grida sull'oceano
in un vuoto che sembra infinito
in un respiro che sembra sospeso.
Verrà l'inverno.





Sì, verrà l’inverno … anche se l’inverno sembra non aver fine. Guardo fuori e il cielo è scuro, lontano si sentono tuoni che sono quando non dovrebbero essere. Non ci sono più certezze. Fa freddo e questo inverno sembra non finire mai. Fuori e dentro.

Una stupida poesia, non so scrivere poesie, ma un pomeriggio di molto tempo fa, quando ancora l’estate faceva il suo dovere senza stupire, ho voluto catturare i miei ricordi per paura di dimenticare. Immagini confuse di una me bambina, il sole, i giochi, i miei disegni e la voglia di non riposare mai aspettando un nuovo giorno. Chi di voi in un caldo pomeriggio d’estate, fuggito da un letto troppo noioso, non ha mai spiato il mondo dalle fessure di una finestra socchiusa? Strisce di luce sul volto bambino e uno stupido sorriso di giochi indossato da sempre.

Avevo quattro anni e il mio papà mi regalò la mia prima chitarra per il mio compleanno … io sono nata d’estate, con il sole, in un giorno di festa.

Tante stagioni sono trascorse, ma forse l' estate di quello che sembra ancora ieri è ancora troppo vicina.

Non più occhi furbi, né regali a sorpresa, ma silenzio, sì … tanto silenzio, tutto quel maledetto silenzio.

Sono stati mesi di silenzio e solitudine, non ho potuto ascoltare la mia voce … non ho potuto fare la mia musica, non ho ascoltato parole di conforto, sì, quelle che avrei voluto si sono arrese di fronte al muro dell’incomprensione, nascoste da alibi fasulli. Forse non siamo tutti capaci di parole, certamente in pochi siamo capaci di trovarle dietro al silenzio ... e disprezziamo il silenzio che chiede solo un abbraccio.

Questo silenzio mi ha fatto impazzire, un buio nell’anima rotto solo da grida che mai scorderò, come non scorderò mai le parole che non ci sono state.

Caldo e silenzio. E' sceso il buio, ladro di strisce sul viso e di sorrisi indossati. Inverno dentro.

Mi giro e lei è ancora lì, provata da mille cadute bambine, fiera delle sue ferite ormai rimarginate … con qualche corda in meno, ma è lì. Io sono ancora qui, provata da mille cadute, impotente alle mille ferite, con un solo grande cuore, forse la corda mancante alla mia chitarra, un cuore grande costretto ancora a vivere l’inverno di un’estate che non arriva.


MADF

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