mercoledì 27 marzo 2013

Pericolose sicurezze


dubbio esistenziale: perché chi abita vicino alla stazione perde sempre il treno? scusate ma...ho messo un pigiama sgualcito...

Si alzava ogni mattina alla stessa ora, aveva calcolato tutto, metodico quale era: il profumo del caffè, la doccia calda, la scelta accurata degli abiti da indossare, un ultimo sguardo di sicurezza alla ventiquattrore, ma solo per controllare documenti già contati e ricontati la sera prima, e poi fuori.

L’aria fresca del mattino sembrava sua, sembrava possederlo in un reciproco scambio di piacere inebriante e rigenerante, era lì ogni giorno ad aspettarlo, a dargli quella serenità che avrebbe custodito per l’intera giornata, fresca e rassicurante, sì, in tutte le stagioni, quando gli fendeva il volto e quando lo rinfrescava da notti insonni di lenzuola sudate.


Cosa aveva sbagliato? Cosa sbagliava ogni mattina? Si era forse fermato troppo a lungo per comprare il giornale?In realtà, lo ammetteva, c’era quella rivista di storia che lo interessava molto, era rimasto letteralmente catturato, amava perdersi in mondi passati, amava sapere. Forse si era incantato immaginando storie nascoste dietro a volti normali e sconosciuti, volti che si perdono nell’anonimato ai quali aveva cercato di dare un nome, un passato. Magari aveva osservato troppo a lungo il verde brillante e bagnato di quel prato. Catturato dal gesto gentile di un passante … lo inteneriva la gentilezza, sempre più rara. O forse si era soltanto perso nei suoi pensieri, chiusi in un mondo tutto suo.


Quella mattina il treno era passato e lui non lo aveva preso. Lo aveva perso.

Come ieri, come l’altro ieri … aveva dato per scontato che sarebbe riuscito a prenderlo, era lì, a due passi, vicino come ogni giorno, promessa mantenuta di passare all’orario stabilito e lui … lo dimenticava, si perdeva in se stesso e puntualmente lo perdeva.

Era lì e lo perdeva. Era una sicurezza e lui lo dimenticava. Lo aveva dato per scontato e il treno era passato.

Nessun commento:

Posta un commento