lunedì 5 agosto 2013

Certezze

Avere bisogno di qualcuno in un momento di dolore, un bisogno che ti toglie il fiato e ricordare di quel qualcuno solo due parole: 

AUTORITÀ COMPETENTI …

ma la mia storia parla di chi se lo merita …

Quando si aprono certe scatole, bisogna farlo da soli … questo continuava a ripetersi mentre sentiva crescere sempre più la consapevolezza e la certezza del suo pensiero che ora vagava dagli occhi al cuore.

Rigirava tra le mani quei fogli consumati dal passato, a tratti con la foga che strappa via, in certi momenti con la calma di una carezza che sfiora per non sciupare. Pagine ingiallite dal tempo, assottigliate da lontane e instancabili letture, consumate da occhi avidi, occhi che un tempo attendevano e supplicavano, bevevano quell’inchiostro riga dopo riga in un enjambement di sensazioni inarrestabili. Fiato che ingoiava parole, veloce come un treno in corsa … Sete di parole, sete di vita altrui, offerta con la voglia di dare, presentata con il desiderio di avere altrettanto.

Ricordava. Ora ricordava e tornava a sfiorare quelle parole, ora in un modo diverso, con la consapevolezza diversa degli anni che passano, con la fermezza di una mente vissuta che torna indietro nel tempo.

La vita si era aggrovigliata su se stessa, lo aveva fatto troppo velocemente, come quando la macchina corre veloce e non puoi godere del paesaggio, un viale alberato, quel negozio di dolci, quel buffo uomo con gli occhiali sulla porta del giornalaio, la luce che si perde in un prato … il paesaggio corre via e non puoi tornare indietro, ripercorrere la stessa strada, ti resta solo quel che ne fai dei ricordi. I momenti sono momenti, vivono, muoiono e di molti se ne perde la memoria, molti li butti via, altri cerchi di tenerli ma fuggono, molti li depositi agli angoli della vita ma li ritrovi all’incrocio poco lontano … pochi li tieni stretti a te.

Mai aveva ripensato a quella stanza, ora, che tutto era finito, che la vita, in uno dei suoi tanti grovigli, le imponeva una curva pericolosa, si trovava di nuovo lì, in quel posto che era stato a lungo lontano dai suoi pensieri, nascosto tra le oscure pieghe di una noiosa e dolorosa quotidianità. La mente fa brutti scherzi, soprattutto la mente del cuore.
Non c’era angolo sul quale non potesse esitare, il suo sguardo afferrato dai mille rumori che quel luogo aveva vissuto, le sembrava ancora indugiasse il profumo di allora, gli scherzi di una mente che ricorda …




Era lì, in fondo alla stanza avvolta nella penombra, quello scrittoio, tutto come allora, accanto a una finestra sul mare, i suoi colori di bambina, le buste, i fogli, quei pochi sfortunati ai quali non era stato affidato alcun segreto, concesso alcun viaggio, e le sue amate penne.

Fu lì, in fondo a quel cassetto, accanto al gabbiano di Livingston, che ritrovò quelle lettere.

Amori, dolori, momenti di vita, dubbi, risate e lacrime, pensieri, domande, due ragazze poi donne che avevano condiviso anni della loro adolescenza in quell’ormai antico modo di carta e penna. Rilesse tutto d’un fiato con la sensazione di intrufolarsi ormai in una vita altrui, con la curiosità di rileggere le sue risposte a quelle lunghe parole, quasi monologhi, parlati con la libertà di essere soli, in una stanza, con un foglio, una penna e niente più. Aveva condiviso e vissuto parola dopo parola, aveva atteso l’arrivo di ogni risposta braccando il postino, aveva tenuto a lungo tra le mani ogni busta chiusa assaporando l’ebbrezza dell’attesa, aveva sentito ogni singolo sentimento espresso, riflettuto su ogni singola frase.

Le tornava in mente la gioia della condivisione, non può esserci niente di più bello che ascoltare ed essere ascoltati, comprendere ed essere compresi …

Il tempo e la lontananza avevano poi strappato via le pagine, soffiando granelli di polvere sui ricordi … ma loro erano lì. Vissuti uno per uno.

La vita è crudele, ma la vita è vita, un inizio un intermezzo una fine … e certamente la trama è quella di una tragedia: la gioia di una nascita, i grovigli e gli enigmi da vivere e sciogliere ed infine la morte.

Mi sono girata e lei era lì: “Non potevo non essere con te in questo triste momento”.
Dentro quelle pagine c’era la vita e la gioia di raccontarla. 
Certezza di un’assenza, certezza di una presenza.

Grazie

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