giovedì 2 ottobre 2014

Se qualcuno mi avesse veduto nel cuore

Se qualcuno mi avesse veduto nel cuore,
vi avrebbe trovato
una struggente tenerezza di quella vita
e i silenzi, gli sguardi,
le risate, gli incontri
– un entusiasmo di speranza –
e al centro un vuoto,
uno sgomento, un’angoscia.
Cesare Pavese





Ieri qualcuno mi ha fatto arrabbiare, qualcuno mi ha presa in giro, ha affondato il colpo sui miei sentimenti, ancora una volta offesi.

Parliamo spesso di empatia, ma in fin dei conti agli altri non interessa nulla di noi, di te, di me … il giudizio pesa più di un semplice sorriso, un abbraccio, una parola di comprensione.

Per molti è così, per i pochi no.

Sappiamo veramente cosa c’è nel cuore dell’altro? Cosa vaga nella sua mente?
Ci impegniamo a saperlo o magari solo a sorridere a chi è triste?

La vita è una valanga...basta un sassolino e poi tutto ti cade addosso. Figuriamoci se il primo a cadere è un masso! La mia valanga ancora non si ferma e a volte penso di aver scelto la montagna sbagliata.

Non la puoi fermare, ti travolge, ti prende in pieno. Di armi potenti non ne hai più, perdute insieme a persone care.

Impotenza.

Terribile. Mancano le parole, i pensieri si congelano incapaci di suggerire risposte, giustificazioni, la mente si riempie di inetti spiriti che vedono la vita trascorrere senza reagire, senza vivere.

Non hai armi. Il crollo è fatale e le mura di un tempo sono lì, accatastate senza il respiro dell’anima.

Dignità. Ti guardi allo specchio cercandone negli occhi, tra il sorriso di un tempo e un raffreddore fuori stagione, niente. Le mura l’hanno travolta.

Poter dire di aver detto bugie.
Poter confidare di aver ceduto alla rabbia.
Poter bagnarsi le labbra con lacrime di scuse.
Poter pronunciare un perdono.
Poter ripetere senza vergogna un bisogno nel dolore, nella tristezza, nell’assenza.
Poter aver la sicurezza di aver lasciato anche parole giuste.
Poter raccontare di nuovo e ancora una volta per lasciare un segno.

La mia valanga ha schiacciato i sentimenti, le certezze, la voglia di raccontare, ha portato via gli amici per non continuare a cadere ogni volta, ad ogni parola,

Quanto sappiamo del dolore altrui? Quanto andiamo oltre quel semplice sorriso?
Nessun’arma.

Niente mi difende da tutto questo, una frana travolge i giorni e dichiara “non sei abilitata a vivere la tristezza se non in solitudine”.
Poterlo dire.


Se qualcuno mi avesse veduto nel cuore,




"Un sottile filo lega le persone simili, impercettibile e impalpabile, è un leggero movimento, un lieve battito d'ali, un riconoscersi dentro un pagliaio, aghi pungenti in un mare di morbidezza."

 Chiara Grossi, Cartoline per Agnese 

1 commento:

  1. Mi viene in mente la frase di una canzone: "attraversami il cuore, il peso della solitudine è variabile"; cosa chiediamo agli altri se non il cullarci sul vaiven de la tristeza y la felicida, come su di in'onda del mare. Nel fare questo a volte navighiamo, altre ci perdiamo. Carlo_dbl

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