7 luglio 2010
E ieri sera avete cominciato a far circolare qualcosa di me...un
video, un video realizzato sui 13 impegni, così mi piace chiamarli, che
già molti insegnanti hanno sottoscritto e molti altri faranno. Sono una
musicista, amo il mondo dell'analogico, l'arte, le immagini evocative,
la musica, la poesia, la mia interpretazione è nata per vie tortuose, ma
soprattutto su due piedi, un video fatto velocemente il giorno prima di
partire per il Veneziacamp e finito in treno grazie ai validissimi e
utilissimi consigli della mia amica Cristina. Vorrei spiegarvi
l'interpretazione che ho dato ai punti.
Ho voluto lasciare il primo
così com'è, senza nulla e lasciarlo scorrere a tratti perché rappresenta
per me il fondamento dell'impegno di ciascun insegnante: essere
disposti a imparare, il che significa essere disposti a crescere e a
riconoscere i propri errori.
1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.
La
meraviglia per il mondo sa un po' di Pascoli, ma è la realtà, non si
può insegnare o imparare se non c'è la curiosità in atto, la sete di
sapere, di scoprire...molti insegnanti dimenticano che i ragazzi
vogliono sapere e anche se così non sembra, compito del docente dovrebbe
essere quello di andare alla ricerca della "meraviglia per il mondo" di
chi ha di fronte, scoprire i canali giusti. Penso che l'immagine che ho
scelto rappresenti a pieno questo concetto, uno sguardo che guarda in
alto,verso un orizzonte senza confini.
2. Insegnerò per favorire
in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei
alunni. Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci
riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.
Noi insegnanti
siamo disposti ad ammettere i nostri errori? li cancelliamo per poterli
correggere la volta prossima?Lo ammetto, mi osservo continuamente quando
insegno, di errori ne ho fatti tanti e ne farò...ma spesso ne parlo con
i ragazzi, mi impegno sempre a dimostrare coerenza, mi impegno
soprattutto a dimostrare e spiegare che l'errore è importante, non deve
spaventare e non può essere punito.
3. Insegnerò mediante la dimostrazione e l'esempio, il riconoscimento dei miei errori illuminerà il mio percorso.
La
scuola deve poter dare gli strumenti giusti per andare oltre, per
scoprire il mondo, per poter diventare autonomi, per poter costruire le
proprie conoscenze partendo dalle conoscenze che in classe qualche
insegnante ti ha soffiato in un orecchio poi, fuori, i ragazzi sapranno
quali sono le loro conoscenze. La figura del pesce che guizza nella casa
del pesce vicino potrebbe essere riduttiva, ma se ci pensiamo bene la
conoscenza nasce dall'apertura all'altro, cosa c'è di meglio che
guizzare "nella casa dell'altro"?
4. Accompagnerò i miei alunni
alla scoperta della realtà che li circonda, assecondando e stimolando in
ognuno di loro la curiosità e la ricerca, le domande e la passione.
La
verità...confesso che l'immagine non l'ho scelta io...sigh, ma mi ha
convinto: l'impronta che ogni insegnante dovrebbe lasciare, l'impronta
dalla quale si parte alla ricerca della propria verità...scuola di
conoscenze e competenze...spesso, in questi giorni, ho sentito parlare
del fatto che i ragazzi imparano quello che ritengono gli sarà
utile...un dito della mia pseudo verità. Vorrei impegnarmi per
donarglielo.
5. Non potendo trasmettere ai miei studenti la verità, mi adoprerò affinché vivano cercandola.
L'immagine
del bimbo sotto il canestro è una delle mie preferite, a volte mi sento
anch'io così...ritengo che la troppa sicurezza non paghi mai (anche se a
volte la preferirei). Crescere significa superare ostacoli, ma
oltrepassare i limiti...non vorrei parlare di motivazione, i paroloni
non sono per me, sono una più d'azione che di parole...e ne ho scritte
già troppe tutte insieme.
6. Incoraggerò nei miei studenti
l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi
mai di fronte alle difficoltà. Io stesso provvederò a formarmi e
aggiornarmi continuamente.
Scuola uguale mondo. A volte è
difficile pensarlo, a volte le scuole sono così chiuse in se stesse!!!
non solo per l'insegnamento, ma anche per le realtà scolastiche vere e
proprie. Ho lavorato in scuole di montagna...e le montagne invalicabili
non erano solo fuori...
7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.
Quando
ho visto il triste gatto che il pesce ha costretto a vedere il suo
mondo, ho immaginato il silenzio, ho immaginato l'immobilità, ho
immaginato la stupidità, ho ricordato le mie prime lezioni in classi che
non conoscevo...che non mi conoscevano "ragazzi si parte con un
brainstorming"...ho ricordato ragazzi che mi guardavano perché pensavano
all'ennesimo prof pazzo. Vorrei togliere il gatto da quell'ampolla.
Insegnare a razionalizzare, riflettere, decidere...fino a che non
faranno scacco matto, il loro scacco matto, della loro partita.
L'immagine della finestra ha una storia a parte...ma non ve la
racconterò: la finestra l'ho interpretata come apertura al mondo,
completa apertura, ma si deve pur uscire da qualche luogo per andare nel
mondo, questa finestra deve pur reggersi in qualche modo: l'insegnante
deve costruire la finestra e fare in modo che dopo una piccola spinta
iniziale tiri un vento di curiosità e i ragazzi siano in grado di
fotografare il mondo da quella finestra, ognuno con la propria
prospettiva.
8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e
preconfezionati. La mia visione del mondo mi guiderà, ma non sarà mai
legge per loro. Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia
azione educativa.
Quanto è difficile mettere i voti. Perché!
Perché non significano nulla, non si può dire che un tuo alunno vale un
10 o un 4. In fin dei conti dobbiamo insegnare a vivere, vabbè ho
esagerato: a "insegnarsi" a vivere.
9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.
Ho
letto il decimo punto e...ho avuto dei dubbi...ci ho messo un po' poi
mi sono chiesta:"Come posso valutare, conoscere, aiutare......"
risposta. SOLO ATTRAVERSO IL DIALOGO ecco allora le immagini di vita
scolastica quotidiana: l'insegnante con il gruppo, l'insegnante con un
alunno...gli insegnanti parlano così con la classe o si rivolgono solo e
sempre alla classe? Gli insegnanti fanno parlare la classe? Credetemi,
le realtà sono tante e diverse...a volte tristi...
10.
Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e
meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei
progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.
Tengo
particolarmente a questo punto, i ragazzi che si tengono per mano l'ho
visto come un simbolo...solo attraverso l'altro possiamo conoscere noi
stessi, scoprire quella che si chiama "zona cieca" e da questa
conoscenza ripartire per il passo successivo, un percorso che forse non
avrà mai fine. Affronto sempre a scuola questo argomento, l'identità, in
prima ma soprattutto in seconda quando i ragazzi affrontano lo studio
della scoperta dell'America. La conoscenza di noi stessi può condurre
alla scelta di un cammino individuale. L'immagine delle orme sulla
spiaggia non è triste, è solo esplicativa ed evocativa. Ma l'immagine
che amo di più è quella del pianoforte, non perché sia una musicista, ma
come avete notato è l'unica senza parole. Il pianoforte rappresenta le
molteplici armonie dell'incontro tra diversità, sul pianoforte non c'è
un tasto uguale all'altro eppure nel corso dei secoli e ancora oggi e in
futuro vengono fuori armonie strepitose, alcune dissonanti, è vero, ma
sono state insieme sullo stesso spartito con estimatori e non. Niente
scritte perché...non ve lo dico :-)
11. Lotterò affinchè la
scuola sia la scuola di tutti, la scuola in cui ogni studente possa
apprendere seguendo tempi e tragitti individuali. Farò in modo che i
miei studenti mi scelgano e non mi subiscano.
Le frecce nel tempo
sono fondamentali, come importante è il continuo confronto tra le
realtà temporali, l'ascolto del passato come nelle due mani che si
incontrano, una per imparare una per insegnare con l'esempio e la
conoscenza.
12. Aiuterò i miei alunni a illuminare il futuro
leggendo il passato e vivendo in pienezza il presente. Li aiuterò a
stare nel mondo così com'è, ma non a subirlo lasciandolo così com'è.
Di nuovo la necessità di uno schermo libero. Ma un ostacolo solitario e VALICABILE era il minimo.
13.
Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione
educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e
burocratici che si presenteranno sulla mia strada.
La strada da percorrere sarà lunga, difficile, ma penso che ce la possiamo fare.
Simona
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