dubbio esistenziale: perché chi abita vicino
alla stazione perde sempre il treno? scusate ma...ho messo un pigiama
sgualcito...
Si alzava ogni mattina alla stessa ora, aveva
calcolato tutto, metodico quale era: il profumo del caffè, la doccia calda, la
scelta accurata degli abiti da indossare, un ultimo sguardo di sicurezza alla
ventiquattrore, ma solo per controllare documenti già contati e ricontati la
sera prima, e poi fuori.
L’aria fresca del mattino sembrava sua,
sembrava possederlo in un reciproco scambio di piacere inebriante e
rigenerante, era lì ogni giorno ad aspettarlo, a dargli quella serenità che
avrebbe custodito per l’intera giornata, fresca e rassicurante, sì, in tutte le
stagioni, quando gli fendeva il volto e quando lo rinfrescava da notti insonni
di lenzuola sudate.
Quella mattina il treno era passato e lui non lo aveva preso. Lo aveva perso.
Come ieri, come l’altro ieri … aveva dato per
scontato che sarebbe riuscito a prenderlo, era lì, a due passi, vicino come
ogni giorno, promessa mantenuta di passare all’orario stabilito e lui … lo
dimenticava, si perdeva in se stesso e puntualmente lo perdeva.
Era lì e lo perdeva. Era una sicurezza e lui lo
dimenticava. Lo aveva dato per scontato e il treno era passato.
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